Guerra in Ucraina

L’effetto dei cannoni italiani: "Così' stanno distruggendo i russi"

L'invio di alcuni cannoni italiani si sta rivelando un successo contro i russi in prima linea: ecco cosa hanno detto gli ucraini che combattono con i nostri FH-70

L’effetto dei cannoni italiani: "Così' stanno distruggendo i russi"

Non solo gli aiuti bellici italiani sono già arrivati in Ucraina e largamente utilizzati dall'esercito di Kiev, ma i soldati di Zelensky si dicono "entusiasti" di alcuni risultati che stanno ottenendo contro i russi. La battaglia in Donbass si arricchisce dei cannoni made in Italy FH-70, modello "Howitzer", che stanno risultando decisivi in alcune fasi del conflitto. Anche se come abbiamo visto sul Giornale.it, per motivi di sicurezza la lista delle armi inviate in Ucraina è secreato, in rete girano numerose foto e video degli FH da 155 millimetri che sparano superando distanze di 20 km.

"Distruggono nemico in prima linea"

L'elogio degli ucraini arriva direttamente sulla pagina ufficiale delle "Forze di terra" grazie ai primi risultati ottenuti sul campo di battaglia. La didascalia su questi cannoni è eloquente: "Stanno già distruggendo il nemico in prima linea. Grazie al caricatore semiautomatico, l'equipaggio addestrato può sparare fino a sei colpi al minuto, uno ogni dieci secondi". Come ricorda Repubblica, questo tipo di proiettile contiene almeno 10 chili di esplosivo ed è impiegato sul fronte "caldo" ad Est, dove si stanno concentrando tutti gli sforti da ambo gli schieramenti. Oltre alle armi, alcuni soldati sono stati visti indossare giubbotti antiproiettile sempre di dotazione italiana. Un plauso arriva anche dagli analisti di Ukraine Weapons Tracker, che hanno il compito di fare un reportage sulle armi donate dai Paesi occidentali. "Gli Howitzers italiani sono già in uso, una quantità non definita è stata donata di recente dall'Italia".

Cos'è il cannone Howitzer

Anche se non si tratta di un'arma modernissima, l'FH-70 è comunque superiore a quelli più datati di origine sovietica degli anni '60. L'Italia ne conta circa 160, anzi ne contava visto che, nel terzo e ultimo pacchetto di auti all'Ucraina ne sono stati invitati un numero imprecisato. Questo tipo di arma è ben presente in Giappone, che ne conta 480, e in Gran Bretagna che ne conta 150. Nell'Esercito Italiano, questi cannoni sono stati dati, tra gli altri, ai reggimenti di artiglieria da montagna delle Brigate alpine e a uno specifico Reggimento delle artiglierie "Trieste" e "Peloritani".

"Invio armi finché serve"

Anche se l'Italia ha, per adesso, deciso di fermare l'invio dei propri aiuti, non si ferma quello degli altri Paesi Nato che dovrà continuare "fino a quando sarà necessario": lo ha detto il vicesegretario generale dell'Alleanza, Mircea Geoana, in un'intervista esclusiva al TG3. "È un processo che è iniziato a Ramstein - afferma il numero due della Nato - e noi continueremo ad aiutare l'Ucraina in termini militari, ma anche dal punto di vista umanitario e finanziario". Il vicesegretario generale ha confermato qual è il pensiero sull'esito finale del conflitto.

"Come ho già detto e come ha dichiarato anche il segretario Stoltenberg, l'Ucraina può vincere questa guerra".

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