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L'affronto di Obama al Papa: vescovo gay e suora abortista alla cerimonia alla Casa Bianca

Il Washington Post accusa Obama: "La Casa Bianca teme di offendere il presidente cinese più di quanto temi di offendere il Papa"

L'affronto di Obama al Papa: vescovo gay e suora abortista alla cerimonia alla Casa Bianca

Papa Francesco è in partenza per Cuba. È il suo decimo viaggio apostolico. Si tratta del terzo Pontefice che visita l’isola caraibica. Prima di lui, a Cuba, sono andati Wojtyla (nel gennaio 1998) e Benedetto XVI (nel marzo 2012). Il motto scelto per la visita è Misionero de la Misericordia, in riferimento al Giubileo della Misericordia indetto da Bergoglio dal prossimo 8 dicembre. Nonostante la portata storica del viaggio, non è la tappa cubana a far discutere bensì quella statunitense. Alla cerimonia con cui Barack Obama accoglierà Bergoglio alla Casa Bianca parteciperanno anche attiivisti transgender, di un vescovo gay e una suora che critica la Chiesa su aborto ed eutanasia. "La Casa Bianca - tuona il Washington Post - teme di offendere il presidente cinese più di quanto temi di offendere il Papa".

Nei giorni scorsi il Wall Street Journal ha svelato i nomi "scomodi" che la Casa Bianca avrebbe inserito nella lista delle migliaia di invitati alla cerimonia per papa Francesco. Nomi che, è stato rivelato, stanno preoccupando il Vaticano per la possibilità che fotografie scattate in quell’occasione possano essere usate per presentare una sua posizione diversa da quella reale sulle controverse questioni. La Casa Bianca si è difesa sostenendo che non si possono "affrettare conclusioni su uno, due, forse tre persone nella lista degli invitati perché vi saranno 15mila persone". Ma il Washington Post sottolinea come però l’amministrazione Obama non abbia mostrato la stessa apertura al pluralismo di posizioni quando si è trattato di fare la lista degli invitati ad un altro ricevimento importante della prossima settimana, quello per il presidente cinese Xi Jinping. "Si può scommettere che lui non correrà il rischio di essere fotografato con qualcuno che disapprova - ha scritto - Chen Guangcheng, il coraggioso avvocato cieco, che vive qui in esilio non sarà probabilmente invitato alla cena di stato. Nè lo saranno gli attvisti di Falun Gong e quelli per la democrazia".

Il mese scorso, quando John Kerry è andato all’Avana per riaprire l’ambasciata americana, ha attentamente escluso dalla lista degli invitati qualsiasi democratico, dissidente o membro della società civile che potesse offendere i fratelli Castro.

"Quello che colpisce - conclude il Washington Post - di questa piccola controversia è il contrasto tra l’apparente decisione dell’amministrazione di rischiare una scortesia nei confronti del Papa e la sua grande deferenza nei confronti di dittatori stranieri quando si pongono questioni simili".

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