Strage di Las Vegas

Las Vegas, sangue al concerto: raffiche di spari sul pubblico

Attacco choc al concerto di musica country. Spari sul pubblico davanti dal 32° piano del Mandalay Bay Casino. Ci sono 59 morti e 527 feriti

Las Vegas, sangue al concerto: raffiche di spari sul pubblico

Una raffica di spari dopo l'altra (guarda il video). I colpi hanno squarciato le note della musica country che risuonava al festival "Route 91. Harvest", rassegna di musica country che si è tenuta a Las Vegas dal 29 settembre a ieri notte, e si sono abbattuti sul pubblico che affollava la piazza antistante al Mandalay Bay Casino. Sulla Strip è scoppiato il panico e la folla si è lanciata in una corsa disperata per provare a salvarsi (guarda il video). Ad attaccarli, dal 32° piano dell'edificio sul Las Vegas Boulevard, è stato Stephen Paddock, un 64enne armato fino ai denti, che ha fatto 59 vittime e 527 feriti. "È un nostro soldato", rivendica con soddisfazione l'Isis.

"Oddio, state giù" (guarda il video). I colpi piovevano dall'altro. Una tempesta di piombo sulle 22mila persone accorse al festival. Alle 22:20 (ora locale), dopo aver ammazzato una guardia del Mandalay Bay Casino, l'aggressore ha posizionato le armi automatiche davanti alle finestre e, mentre si stava esibendo Jason Aldean, ha aperto il fuoco sulla folla. A quel punto non c'è stato più nulla da fare e ha iniziato a scorrere il sangue ovunque (guarda la gallery). Le raffiche sono andate avanti per almeno un quarto d'ora. "Proprio accanto a me, al concerto, c'erano dei morti - ha raccontato Cari Copeland Pearson - abbiamo strisciato sui morti". Migliaia di persone si sono riversate sulla Strip, la strada che attraversa la città e su cui si affacciano hotel e casino, cercando un riparo sicuro negli alberghi dell'estremista meridionale di Las Vegas.

Sparatoria a Las Vegas

Il bilancio di questa drammatica notte parla di una carneficina. Almeno cinquantanove le vittime, tra cui anche diversi poliziotti, e 527 feriti. Dopo un quarto d'ora che l'aggressore faceva fuoco sul pubblico, le forze dell'ordine si sono attivate per fermarlo. Ma, quando hanno fatto irruzione nella stanza dell'hotel in cui era asserragliato, si è tolto la vita. Si tratta di Stephen Paddock, un 64enne residente a Mesquite, in Nevada. "È un nostro soldato", ha rivendicato l'Isis spiegando che il terrorista si era convertito all'islam qualche mese fa. Nella stanza da cui sparava hanno trovato un vero e proprio arsenale.

Secondo il New York Times, l'uomo aveva 23 fucili e centinaia di munizioni e alla finestra aveva sistemato due fucili su treppiedi.

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