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"L'Egitto è un Paese pericoloso? Macché, esagerazioni dei media"

La Farnesina continua a considerare vaste aree del Paese non sicure, ma i turisti tornano ad aumentare. E dal governo assicurano: "Stessi rischi di molte città europee"

"L'Egitto è un Paese pericoloso? Macché, esagerazioni dei media"

Amr Ezabi è un consulente del ministero del Turismo egiziano. Ha curato molte campagne pubblicitarie, alcune anche per il pubblico italiano.

In Italia generalmente si pensa che viaggiare in Egitto sia pericoloso, ma poi chiunque vada nel paese si accorge del buon livello di sicurezza. Cosa pensa di questa situazione?

In generale rimaniamo sorpresi dagli avvisi del Ministero degli Esteri italiano che continua a considerare vaste aree del paese, per esempio il Cairo, come non sicure. Molti paesi hanno già rimosso tali avvisi e chiediamo al governo italiano di fare lo stesso.

Oggi quale aree sono già state tolte dalla lista dei luoghi a rischio?

Se analizziamo le raccomandazioni di viaggio dei ministeri degli esteri dei vari paesi, il Mar Rosso e il Sud del Sinai sono considerati sicuri. Il Cairo dipende da paese a paese, per esempio l'Italia non lo ha ancora tolto dalla lista. Questa situazione colpisce molto il governo egiziano, non solamente perché la capitale è non è pericolosa, ma perché escluderla dai luoghi sicuri mette a rischio automaticamente i flussi turistici verso Luxor e Assuan. Ecco perché tentiamo di far capire al mondo che il Cairo è sicuro. In Italia è pieno di agenzie che sono fallite per colpa della mancanza di turisti in Egitto a seguito delle eccessive preoccupazioni del Ministero degli Esteri. Noi comunque stiamo tentando anche di favorire voli diretti su Assuan e Luxor per evitare che il calo del turismo al Cairo distrugga il turismo del resto del paese.

Perché il Cairo è considerato pericoloso quando la statistica dimostra che non è vero?

Perché gli attentati contro la polizia vengono amplificati oltre modo dai media, in particolar da Al Jazeera, che tenta di dare un immagine pessima dell'Egitto per motivi politici. Non che al Cairo non esistano attentati degli Islamisti contro singoli poliziotti, ma la possibilità di finire coinvolti in tali azioni, in una megalopoli come il Cairo, è la stessa di finire in uno scontro tra mafiosi o tra gang in moltissime città europee. La statistica non mente. Inoltre, non ha aiutato una certa schizofrenia dell'informazione che spesso racconta solamente i fatti violenti perché fanno audience e poi si disinteressa completamente della situazione appena si stabilizza.

Avete provato a far mutare la situazione attraverso incontri con i diplomatici e con i giornalisti stranieri ?

Si certo, stiamo organizzando molti incontri per far capire la verità.

I flussi turistici stanno pian piano migliorando?

I turisti stanno lentamente tornando ai livelli di prima della rivoluzione. Hurgada, Marsa Alam stando andando molto bene, Sharm el Sheikh soffre maggiormente perché in Sinai, ma sta migliorando. Il problema è che alla diminuzione del turismo a seguito dei timori infondati sulla sicurezza, si è aggiunto il calo del rublo che ha comportato una diminuzione dei russi che rappresentano quasi il 25 per cento dei turisti in Egitto.

Il calo del turismo europeo e americano è stato sostituito dai turisti dei paesi emergenti?

A Luxor, per esempio, c'è un volo diretto con la Cina. Grazie ad una decisione politica è stato fatto questo esperimento molto interessante. L'America Latina è un piccolo mercato, ma importante perché costante in quanto i turisti di quei paesi non hanno alcun timore sulla sicurezza in Egitto e si recano tutti sia a Luxor che al Cairo. Nell'ultima decade sono cresciuti moltissimo gli arrivi dall'Europa dell'Est. In generale, il mercato russo è per noi tra i più importanti, perché se è vero che spesso pagano poco il pacchetto, è anche vero che spendono moltissimo nel paese. Consumano per esempio molto alcol negli hotel e comprano moltissimi souvenir. Abbiamo anche un discreto flusso dal Giappone e dai paesi arabi.

Per quanto riguarda l'Europa, gli inglesi e tedeschi amano molto l'Egitto e sono tornati in massa. Mentre i mercati problematici rimangono quello francese, italiano e spagnolo. Stiamo facendo molti sforzi con l'Italia per invertire questo trend negativo. Per esempio ho incontrato ultimamente monsignor Andreatta, vicepresidente dell'Opera Romana Pellegrinaggi per rilanciare i viaggi religiosi in Egitto sulle orme della Sacra Famiglia. Sulla questione delle note sulla sicurezza del Ministero degli Esteri avevamo iniziato un buon dialogo con l'ex ministro Emma Bonino, che aveva portato all'eliminazione di molte zone dalla carte dei luoghi considerati a rischio, ma poi tutto si è di nuovo rallentato e non si riesce a far toglier il Cairo, come già molti paesi europei hanno fatto.

Dove consiglierebbe di andare in Egitto?

Vista l'assenza di turisti negli ultimi anni, io consiglierei il giro classico che si faceva vent'anni fa. Il viaggio dovrebbe durare due settimane recandosi al Cairo per vedere le piramidi di Giza, e Saqqara, dove ci sono tesori inestimabili oltre alle tombe, per esempio il bellissimo Serapeo dove venivano mummificati i tori sacri Api. Poi vedrei le meravigliose piramidi di Darshur che sono tra le più belle e che non vede nessuno. Non si può poi perdere il Cairo copto e islamico e il museo egizio. Per vedere Luxor ci vorrebbe una settimana, ma oggi tragicamente si vede quello che si può in uno o due giorni. Quasi nessuno vede più la metà dei templi e la valle delle regine e degli artigiani. Io consiglio di dormire sulla riva destra del Nilo che è ancora incontaminata e ospita piccoli hotel di charme.

Ovviamente non si può non andare ad Assuan, dove consiglierei di dormire in antichi hotel coloniali o in quelli in stile nubiano sulla riva sinistra del Nilo. Nella città si può passare qualche giorno in totale relax per vedere le tombe dei nobili, il monastero di San Simeone e vedere i grandiosi templi nei dintorni. Inoltre in città vi sono splendidi musei e si può affittare una feluca per girare le isolette tra la diga di Assuan e le cataratte. Ovviamente c'è poi Abu Simbel e il deserto con le splendile oasi come Siwa, Dakhla, Farafra e Kharga.

In questi giorni per esempio c'è il Rally dei Faraoni, che si tiene da decenni nel deserto ed è organizzato con una compagnia italiana. Ci sono moto, macchine e camion.

Negli anni della rivoluzione molti speculatori hanno messo a serio rischio i monumenti egiziani costruendo indiscriminatamente in aree protette. Il governo sta intervenendo?

Ci stiamo impegnando per riprendere in mano la situazione dopo molte distruzioni di antiche abitazioni ad Alessandria e al Cario, e le costruzioni di palazzi orribili sulle rive del Nilo durante la rivoluzione. Stiamo per altro firmando un protocollo per il fermo pesca nel Mar rosso in alcuni periodi dell'anno per evitare la diminuzione del pesce dovuta alla pesca indiscriminata.

Abbiamo anche dovuto confermare, con nuove leggi, il divieto di pescare nei parchi nazionali di Ras Mohammad o Ras Gallum, cosa che purtroppo avveniva.

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