"Lo Stato Islamico affianca una lettura apocalittica dell'islam con una burocrazia da stato di polizia. Insomma, è un unione infernale tra il peggio dell'Europa e del Medio Oriente". A dirlo è lo storico liberal Paul Berman che al Corriere spiega cosa ci aspetta soprattutto se i "media di sinistra" continuano "a presentare i casi di terrorismo islamico negli Stati Uniti come se fossero rabbia legata al posto di lavoro, caso di follia e così via".
È quello che è successo a San Bernardino, dove una coppia islamica ha ucciso 14 persone in un centro per disabili. È un errore grave, quindi, negare l'esistenza della radice religiosa di attentati come questi e minimizzare il pericolo. "Questo episodio esige una leadership lucida e coraggiosa da parte dei politici americani e anche dai vertici della comunità musumulmana", dice Berman, "È necessaria una risposta che riconosca il reale pericolo costituito dal movimento islamista e, allo stesso tempo, insegni al pubblico a distinguere tra musulmani estremisti e musulmani contrari all'estremismo". Non solo: dato che "povertà, ineguaglianza, desertificazione, esclusione sociale" non possono spiegare il terrorismo, "bisogna indagare le ideologie stesse del terrorismo e dell'odio", che sono "un movimento totalitario di massa".
La colpa è anche dell'Occidente: "L'intervento in Iraq si è dimostrato disastroso, tranne che in Kurdistan", dice lo storico, "La decisione di non intervenire in Siria è stata un disastro persino peggiore".
Senza però dimenticare le responsabilità dei movimenti politici islamici "per gli orrori in Iraq e Siria" che ricadono "sul partito Baath e sugli islamisti violenti: movimenti che competono per il diritto alla tirannia e al massacro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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