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L'ex cancelliere tedesco Kohl ricoverato in ospedale in condizioni critiche

L'anziano politico tedesco ha subito due operazioni in meno di un mese. È ricoverato dal 4 maggio per un'operazione all'anca

L'ex cancelliere tedesco Kohl ricoverato in ospedale in condizioni critiche

È ricoverato in condizioni definite dai medici "critiche" e in stato di incoscienza nel reparto di terapia intensiva Helmut Kohl. Ma non secondo l'ufficio dell'85enne ex cancelliere che ha guidato la Germania per 16 anni dal 1982 al 1998, che ha realizzato e poi governato la riunificazione del Paese. In una nota diramata nel pomeriggio si afferma che, "per la situazioni in cui si trova sta bene" e ha "bisogno di una riabilitazione" che intende "unire alle vacanze". In effetti l'anziano politico cristiano-democratico ha subito due operazioni in meno di un mese. È ricoverato nell'ospedale universitario di Heidelberg, dove era entrato il 4 maggio per operarsi all'anca. "Voglio tornare a casa il prima possibile", confidò alla Bild, che lo raggiunse in ospedale nell'antica cittadina del sud-est tedesco.

Successive complicazioni, quando si avvicinavano le agognate dimissioni - secondo quanto rivelato dallo Spiegel - lo hanno indotto a sottoporsi a una non meglio precisata operazione all'intestino. I media online non precisano se il peggioramento delle sue condizioni sia una conseguenza di quest'ultimo intervento, dopo il quale, secondo Bunte, fu sveglio e cosciente per qualche giorno, in attesa di andare in Baviera per la convalescenza.

Il suo partito, la Cdu non ha rilasciato dichiarazioni come non lo hanno fatto nemmeno i medici. E tutti ora confidano in qualche barlume dai familiari per saperne di più. Da anni Helmut Kohl era costretto su una sedia a rotelle per via dei problemi all'anca ed è assistito amorevolmente dalla seconda moglie, la 51/enne Maike Kohl-Richter. E negli ultimi anni era apparso dimagrito e anche molto invecchiato.

E anche amareggiato: uno stato mentale che traspare anche da una serie di interviste e pubblicate senza il suo consenso lo scorso autunno sotto il titolo "L'eredità", nel quale traspare la sensazione di non aver ricevuto il riconoscimento storico che lui ritiene di aver meritato.

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