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Libertà religiosa, Trump prepara 50miliardi

Donald Trump vuole modificare la prassi sugli aiuti provenienti dagli Stati Uniti: niente più fondi per le nazioni che perseguitano le minoranze religiose

Libertà religiosa, Trump prepara 50miliardi

Una nazione che si distingue, in modo negativo, per le persecuzioni religiose inflitte, non può e non deve accedere ai finanziamenti provienienti dagli Stati Uniti: Donald Trump, che ha circa un anno di presidenza davanti a sè prima delle elezioni di novembre 2020, quelle dove dovrà giocarsi la rielezione, sta studiando una mossa legislativa, che passerà dal più classico degli ordini esecutivi, in grado di tutelare la sfera della libertà religiosa delle persone che abitano in alcune zone di mondo.

L'amministrazione trumpiana sta alzando il tiro su questo tema da ottobre, ossia da quando il segretario di Stato Mike Pompeo ne ha parlato con Papa Francesco in Vaticano. Un incontro formale, che è servito pure a normalizzare i rapporti tra l'ideologia trumpista e la Santa Sede, che è da sempre preoccupata per la diffusione del sovranismo e che è da sempre contraria alla costruzione di un muro al confine con il Messico. Per non parlare delle bordate di Papa Francesco sulla gestione dei fenomeni migratori.

Ma adesso dalle parole bisogna passare ai fatti. Perché, del resto, un colosso geopolitico come gli Stati Uniti dovrebbe fornire ausilio agli Stati che mettono in atto delle vessazioni continuative e sistematiche nei confronti delle minoranze religiose? La domanda che si stanno ponendo dalle parti della Casa Bianca non può che essere retorica. Pure perché vale la pena segnalare come si stia parlando di un quantitativo di fondi per nulla simbolico. L'edizione odierna di Avvenire ha svelato le cifre: sono 50 i miliardi che ogni anno gli Stati Uniti destinano a terzi, con il fine di coadiuvare le nazioni in difficoltà socio-economiche.

Ora The Donald vuole inserire una sorta di specifcazione, una conditio sine qua non: in prossimità di persecuzioni evidenti, gli Stati Uniti chiuderanno i rubinetti. E l'elettorato cristiano-cattolico potrebbe apprezzare. Si tratta di una battaglia di principio, ma pure di un intervento che può soddisfare le aspettative del fronte moderato: Donald Trump viene ormai percepito come uno dei principali difensori della cristianità. Anche le battaglie pro life hanno giocato un ruolo sull'opinione pubblica.

La sensazione è che sia finalmente arrivato il momento in cui qualcuno prenderà le contromisure utili a contrastare atteggiamenti intolleranti. Le ultime statistiche relative ai cristiani perseguitati sono negative: invece che ad un miglioramento, si sta assistendo ad un incremento delle persecuzioni subite. Il diritto a professare la propria religione non è una esclusiva dei cristiani, ma i dati emersi, grazie pure ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, dimostrano come 300milioni di persone non possano dire di essere tutelate. Donald Trump, che ne è consapevole, sembra intenzionato ad intervenire.

Attenzione però perché non è finita qui: mentre scriviamo non è escludibile che il provvidimento trumpiano preveda anche delle clausole sanzionatorie per quegli stati che invece si rendono, loro malgrado, autori di persecuzioni.

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