Mondo

L'Italia ha scelto il caccia Tempest come velivolo di sesta generazione

Per il Ministero della Difesa della Spagna, l'Italia ha già aderito al programma inglese Tempest. Roma non ha mai annunciato nessun accordo

L'Italia ha scelto il caccia Tempest come velivolo di sesta generazione

L’Italia ha aderito al Programma Tempest, il futuro caccia di sesta generazione inglese destinato a sostituire gradualmente l'Eurofighter Typhoon della Raf. E’ quanto comunica in una nota ufficiale il Ministero della Difesa della Spagna annunciando la sua formale partecipazione al programma franco-tedesco Next Generation Weapon System della Dassault e del consorzio europeo Airbus.

Roma non ha mai comunicato formalmente di aver aderito al programma Tempest.

La nota del Ministero della Difesa spagnolo

“Il Ministro della Difesa, Margarita Robles, in una lettera inviata ai suoi omologhi francesi e tedeschi, Firenze Parly e Ursula von der Leyen, ha manifestato il forte interesse del governo spagnolo per il futuro caccia europeo del programma franco-tedesco Next Generation Weapon System della Dassault. La Spagna aderisce al programma con una quota di 25 milioni di euro per i prossimi due anni. Il Next Generation Weapon System ambisce ad essere il prossimo caccia che dal 2040 sostituirà le piattaforme Eurofighter e Rafale. Attualmente ci sono due progetti per il caccia del XXI secolo: Il programma franco-tedesco ed il Tempest britannico a cui hanno già aderito Italia e Paesi Bassi. Il Ministero della Difesa spagnolo è convinto che entrambi i programmi alla fine si fonderanno, considerando l'enorme investimento che richiede il suo sviluppo. Nonostante ciò e con l'interesse a partecipare al progetto fin dalla sua fase iniziale, la Spagna ha deciso di aderire al programma di Parigi e Berlino”.

Flotte obsolete: Il caccia di sesta generazione è una necessità

Non sorprende che la Spagna abbia aderito al programma FCAS di Airbus ora noto come Next Generation Fighter. Due anni fa Spagna e Francia collaborarono proprio con Airbus per sviluppare i requisiti iniziali concettuali del Future Combat Air System. Nel giugno dello scorso anno, Berlino e Madrid chiesero a Parigi di unire le risorse per sviluppare il nuovo caccia di sesta generazione. La superiorità aerea della Spagna è strutturata sulla piattaforma Hornet della Boeing. In base ai dati ufficiali, tra il 2022 ed il 2024 la Spagna dovrà sostituire i venti EF-18A / B Hornet consegnati alla fine degli anni ’80. I restanti 65 Hornet della flotta spagnola saranno dismessi entro e non oltre il 2030.

Il comunicato del governo spagnolo non giunge inaspettato considerando che le industrie della Difesa sono al lavoro da tempo sul nuovo caccia di sesta generazione. Sebbene eccezionali, le piattaforme Hornet, Eurofighter e Rafale non potranno mai competere con il disegno stealth delle piattaforme di quinta generazione come l'F-22 e l'F-35. Non è fisicamente possibile perché sono specifiche ben definite nel progetto iniziale per caratteristiche insite nel Dna delle piattaforme. La componente a bassa osservabilità è considerata determinante nei futuri scenari operativi dominati da radar a bassa frequenza in grado di rilevare i vettori stealth. Hornet, Eurofighter e Rafale non potrebbero sopravvivere contro una rete di difesa aerea stratificata ed integrata di ultima generazione. Quasi certamente l'Europa non sarà in grado di sviluppare due nuove piattaforme di sesta generazione. Le future disponibilità finanziarie costringeranno ad allineare tecnologie ed investimenti alle diverse capacità operative. Se, come appare, i programmi FCAS e Tempest si fonderanno, i paesi europei non avranno altra scelta

L'Italia non ha mai comunicato di aver aderito al Programma Tempest

L'Italia così come le principali forze aeree della Nato (Stati Uniti in testa) a partire dal 2030 dovrà iniziare a sostituire la propria flotta da caccia. Il Regno Unito ha acquistato 160 Eurofighter, 143 la Germania, 96 l’Italia e 73 la Spagna. L'F-35, lo ricordiamo, non è un caccia da superiorità aerea, ma una piattaforma tattica.

L’F-35 non è stato progettato per il dogfighting ne’ per duellare nell’uno contro uno. E’ stato pensato per eliminare il nemico a distanza in contesti BVR (Beyond Visual Range). L'F-35, vettore tecnologico di prima fascia che per natura concettuale non potrà essere una piattaforma missilistica da battaglia per il dominio aereo integrato, è concepito come il fulcro del vero arsenale volante nella tattica aerea del futuro. L'F-35 pubblicizzato come caccia universale è stato un totale fallimento per il Pentagono. L'Italia è il primo operatore europeo dell'F-35 ad aver raggiunto la Capacità operativa iniziale con lo Joint Strike Fighter.

Roma, quindi, dovrà a breve decidere il futuro della sua flotta da superiorità aerea considerando il lungo ciclo di sviluppo del nuovo sistema d'arma. Il punto è che secondo Madrid il governo italiano avrebbe già scelto il Tempest come suo prossimo caccia di sesta generazione. Sappiamo che Leonardo ed il consorzio missilistico europeo MBDA fanno già parte del Team Tempest, ma non ci sono stati annunci ufficiali del governo italiano in merito all'acquisizione del velivolo inglese. Ricordiamo, infine, che BAE Systems ha già annunciato che Tempest entrerà in servizio nel 2035.

Gran Bretagna: Caccia di sesta generazione Tempest

Il 16 luglio scorso la Gran Bretagna ha svelato il concept di Tempest, il futuro caccia di sesta generazione inglese destinato a sostituire gradualmente l'Eurofighter Typhoon. Il Team Tempest, formato da BAE (combattimento aereo ed integrazione), Leonardo (sensori, elettronica ed avionica), MBDA (armi avanzate) e Rolls-Royce (alimentazione e propulsione) collabora con il Ministero della Difesa inglese per fornire una futura capacità di combattimento aereo entro il 2035. Secondo tradizione, i caccia inglesi prendono il nome degli agenti atmosferici.

Tempest, l’erede del Programma Replica

Secondo il Ministero della Difesa inglese, Tempest sarà uno dei primi caccia di sesta generazione del pianeta (sarebbe più corretto definirlo di quinta generazione avanzata). Dal 2040 in poi, anno in cui sarà dismessa la linea Typhoon, i caccia da superiorità aerea Tempest affiancheranno le piattaforme tattiche di quinta generazione F-35. Nella fase di ricerca e sviluppo del programma Tempest, Londra stima un investimento di due miliardi di sterline. Fondi già disponibili e che saranno prelevati dal budget destinato alla future tecnologie di combattimento aereo istituito nel 2015 dal governo inglese. Il primo volo del dimostratore con tecnologia stealth è previsto nel 2025. Il mockup mostrato rivela una planimetria di ala a delta modificata con un paio di piccoli stabilizzatori verticali inclinati verso l'esterno. L'aereo sarà propulso da due motori incassati all'interno della cellula per minimizzare RCS e firme infrarosse. Rolls-Royce ha già annunciato di essere al lavoro su un motore che sfrutterà materiali compositi e processi di produzione avanzati per essere leggero, possedere avere una migliore gestione termica a costi contenuti.

Il caccia di sesta generazione inglese sarà progettato con equipaggio umano a bordo supportato da Intelligenza Artificiale con apprendimento automatico. Il sistema d'arma implementerà radar avanzati, telecamere multispettrali e la "capacità di coinvolgimento cooperativo", cioè la capacità di cooperare sul campo di battaglia, condividendo dati e messaggi per coordinare attacco o difesa. Londra definisce Tempest come la prima piattaforma inglese a bassa osservabilità equipaggiata con armi ad energia diretta con effetti non cinetici (laser, impulsi elettromagnetici o emettitori a microonde ad alta potenza) e missili ipersonici (in entrambe le configurazioni aria-aria e aria-terra). La versione senza equipaggio del nuovo caccia inglese da superiorità aerea è "potenzialmente prevista". Il caccia, infine, avrà la capacità di coordinare uno sciame di droni (probabilmente Taranis).

Tempest sfrutterà il know how acquisito alla fine degli anni ’90 da BAE Systems e dal Ministero della Difesa inglese nell’ambito del Programma Replica scaturito dal Future Offensive Air System (FOAS). Replica avrebbe dovuto valutare le capacità interne nel progettare piattaforme a bassa osservabilità a costi accessibili. A distanza di venti anni dalla presunta chiusura del programma costato venti milioni di sterline, i risultati di Replica restano classificati. Nell'unica nota diramata da Londra si legge che "il modello in scala reale realizzato in fibra di carbonio è stato sottoposto ad un rigoroso programma di test per valutare la sezione equivalente radar". Replica ha certamente volato segretamente in questi anni. Nel 2012, il Regno Unito e la Francia diedero vita al progetto Future Air Combat System (FCAS), per sviluppare velivoli stealth da combattimento senza equipaggio.

Le possibili specifiche del caccia di sesta generazione Usa

Le specifiche della piattaforma di sesta generazione sono coperte da segreto militare. Boeing, Lockheed Martin e Northrop Grumman hanno rilasciato dei disegni concettuali di quello che potrebbe essere il nuovo caccia da dominio aereo, in riferimento al Raptor che andrà a sostituire. L’F-22 Raptor è stato costruito in soli 186 esemplari sui 650 previsti, ma soltanto 123 sono stati convertiti al combattimento. Il resto dei caccia sono classificati come macchine di inventario, destinati ad attività di test o fuori servizio. Ad oggi, considerando le minacce attuale ed i contesti dove è necessaria la presenza di una piattaforma di quinta generazione, l’Air Force avrebbe bisogno di almeno 382 Raptor. La US Navy, invece, chiede principalmente asset che possano garantire la superiorità aerea ed una capacità di attacco in un contesto ostile.

L'Air Force Usa vuole piattaforme ipersoniche

Velocità ipersonica, eccezionali capacità elusive, equipaggiato con sistemi integrati di difesa aerea, armi ad energia laser e con la capacità di sabotare i sistemi informatici nemici su una struttura autorigenerante. Queste alcune delle caratteristiche che i prossimi velivoli di sesta generazione potrebbero implementare. La capacità autorigenerante ad esempio. Questa caratteristica consentirebbe la permanenza del velivolo sui teatri operativi, anche dopo aver subito forti danni. L’idea di un sistema autorigenerante non è nuova. Nel 2008, gli ingegneri aerospaziali dell’Università di Bristol, svilupparono questa tecnologia prendendo ispirazione da piante e animali. Il rivestimento, collocato in alcune parti vulnerabili del velivolo, è composto da due resine: una epossidica ed una indurente. Colpendo l'area rivestita dal materiale, quest’ultimo fuoriesce dal foro di entrata del proiettile o della scheggia della testata esplosa.

Le due resine, combinandosi tra di loro, sigillano la parte colpita, consentendo al velivolo di continuare la missione nonostante il danno subito.

Commenti