Londra invierà una nave da guerra nel Mar Nero come parte del più grande rafforzamento militare della Nato ai confini della Russia dai tempi della guerra fredda. La decisione del Primo ministro britannico Theresa May è stata annunciata poche ore fa.
La Royal Navy invierà in missione operativa il cacciatorpediniere l’HMS Diamond (D34), terza unità della classe Daring, scortata nel Mediterraneo da un sottomarino d’attacco a propulsione nucleare classe Astute.
Nel suo pattugliamento, l’HMS Diamond attraccherà ad Odessa. L’unità inglese trasporterà anche 60 operatori dello Special Boat Service e dei Royal Marine. La Royal Navy, sotto egida Nato, avrà il compito di proteggere i soldati britannici presenti in Ucraina per addestrare le truppe locali. Il programma di formazione si sarebbe dovuto concludere lo scorso settembre, ma è stato esteso fino al prossimo mese di marzo.
Nell’annunciare il dispiegamento delle unità inglesi nel Mar Nero, il Segretario alla Difesa Michael Fallon ha ribadito la posizione del governo:
“Libertà e democrazia non potranno mai essere barattati. La Gran Bretagna sta intensificando la sua presenza sulla scena mondiale a sostegno dei nostri amici ucraini. Il messaggio che intendiamo inviare deve essere chiaro a tutti. Ci siamo impegnati a difendere la democrazia in tutto il mondo e sosterremo sempre la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale dell’Ucraina”.
L’HMS Diamond giungerà nel Mar Nero in concomitanza con il dispiegamento del contingente britannico nell'Europa orientale come parte dell’operazione della Nato Atlantic Resolve, “per rassicurare gli alleati di fronte ad una Russia assertiva”.
Il battaglione inglese, circa 800 soldati, sarà ufficialmente operativo dalla prossima primavera in Estonia. Londra invierà quattro carri armati Challenger 2 ed un numero imprecisato di IFV Warrior, probabilmente nella versione pesante da trenta tonnellate. Il supporto logistico spetterà ai danesi. Il battaglione sarà schierato nella base di Tapa, nell'Estonia nordorientale, ex struttura sovietica di proiezione ed acquisita dall’ Estonian Defence Forces negli anni novanta. In Estonia la Francia invierà 300 soldati e cinque carri armati di terza generazione Leclerc oltre ad un numero imprecisato di VBCI. Francia ed Estonia, lo scorso maggio, hanno anche firmato un accordo bilaterale per la cooperazione informatica. 200 soldati inglesi sono già stati inviati in Polonia, mentre caccia Typhoon della RAF saranno schierati in Romania.
La valenza strategica del Mar Nero
Nel Mar nero, l’Alleanza schiera in rotazione dalle due alle quattro fregate missilistiche oltre ad una piattaforma per la raccolta delle informazioni e la sorveglianza elettronica dell’intelligence. Dalla primavera del 2014, le navi da guerra della Nato non lasciando mai l'area incustodita. La Flotta del Mar Nero rappresenta un elemento chiave della strategia navale russa che si estende fino al Mediterraneo, dove Mosca mantiene una task force permanente composta da dieci navi di superficie in rotazione. Nelle basi navali di Sebastopoli e Novorossiysk sono schierate sia le navi ereditate dalla marina Ucraina (alcune delle quali in pessime condizioni) che quelle russe più moderne, compresi i sottomarini classe Varshavyanka. La Flotta del Mar Baltico riceverà entro l’anno tre nuovi sottomarini d’attacco e due fregate.
Secondo quadro normativo di riferimento, la Convenzione di Montreux del 1936, “quale che sia il motivo della loro presenza nel Mar Nero, le navi da guerra delle Potenze non rivierasche non potranno fermarsi per più di ventuno giorni”.
La prima unità di superficie ad attraversare il Bosforo come parte dell’operazione Nato Atlantic Resolve, è stata la USS Porter (DDG-78), cacciatorpediniere missilistico classe Arleigh Burke. L’unità statunitense è entrata nel Mar Nero il sei giugno scorso per svolgere “esercitazioni bilaterali con i partner regionali”. La USS Porter, asset difensivo dello scudo missilistico con sede a Rota, in Spagna, dipende dalla Sesta Flotta, responsabile per il Mediterraneo, il Mar Nero, parte dell'Oceano Atlantico e le coste dell'Africa.
La presenza militare dell'Alleanza nel Mar Nero
Lo scorso maggio, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan affermò pubblicamente che “il Mar Nero era ormai diventato un lago russo a causa dell’assenza della Nato”. Dobbiamo agire ora – disse Erdogan – o la storia non ci perdonerà. Alle rassicurazioni del Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, per una maggiore presenza militare nel Mar Nero, seguì la replica di Alexander Grushko, rappresentante permanente della Russia presso l’Alleanza. È evidente – disse Grushko - che la Nato stia cercando di trasferire la sua sfera d’influenza nel Mar Nero, questo non accadrà mai. Faremo quanto in nostro potere per neutralizzare eventuali minacce così come scongiurare i possibili tentativi per esercitare pressioni sulla Russia da sud.
Un mese dopo le affermazioni di Erdogan, la proposta di istituire una flotta permanente della Nato formata dalle potenze rivierasche per aggirare le restrizioni, viene ufficialmente respinta a titolo definitivo dalla Bulgaria. Il 26 ottobre scorso, il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg annuncia la disponibilità di Canada, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Turchia e Stati Uniti di inviare unità navali nel Mar Nero.
A distanza di pochi mesi, i rapporti tra la Turchia e la Russia sono nettamente migliorati, mentre la politica di avvicinamento di Trump potrebbe ridimensionare il ruolo degli Stati Uniti e la conseguente strategia della Nato nel Mar Nero.
Da rilevare, infine, che il presidente americano ha diffuso un senso di riavvicinamento
con la Russia, ma la visione europea occidentale del Cremlino è rimasta praticamente immutata. Tra qualche giorno, durante il prossimo vertice della Nato, emergerà il nuovo quadro delle relazioni tra la Russia e la Nato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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