L'ultima barbarie dello Stato islamico: gettato dal tetto perché gay

Ucciso dagli uomini del Califfato perché accusato di sodomia: prima lo scaravantano giù da un edificio, poi lo lapidano

L'ultima barbarie dello Stato islamico: gettato dal tetto perché gay

I miliziani di Isis hanno giustiziato un uomo perché omosessuale, scaraventandolo giù da un tetto e quindi finendolo con un lancio di pietre una volta che era agonizzante al suolo. L'ennesima, barbara, esecuzione è stata annunciata dagli stessi uomini dello Stato Islamico, che hanno diffuso in rete le immagini dell'esecuzione.

L'omicidio sarebbe avvenuto sul confine tra Siria ed Iraq, a Wilayet al-Furat, dove il locale tribunale islamico avrebbe "deciso che un uomo che praticava la sodomia doveva essere gettato dal punto più alto della città e poi ucciso a sassate".

Dalle fotografie rese note sinora, però, non è ancora possibile ricostruire con chiarezza la dinamica dell'accaduto: in un primo scatto si vede l'uomo mentre viene scaraventato dalla sommità di un edificio, mentre in una seconda immagine è ritratto un uomo che giace a terra.

Non è la prima volta che gli uomini di Isis uccidono le loro vittime perché omosessuali: a fine novembre, due giovani di 18 e

20 anni sono stati lapidati in Siria con l'accusa di aver consumato rapporti sessuali con persone dello stesso sesso. Inoltre, in precedenza, erano state lapidate anche alcune donne accusate di adulterio.

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