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Migranti, ucciso in Libia il boss degli scafisti

Uomini armati hanno sparato a Tripoli al principale responsabile del traffico di esseri umani a Zuwara e a otto dei suoi miliziani

Migranti, ucciso in Libia il boss degli scafisti

Il principale boss del traffico di esseri umani a Zuwara, in Libia, è stato ucciso ieri a Tripoli insieme a 8 suoi miliziani.

Secondo i media locali l’uomo, Salah Al-Maskhout, ex ufficiale dell’esercito libico nell’era Gheddafi, è stato ucciso da uomini armati, probabilmente "professionisti". Lo scafista stava lasciando la casa di familiari vicino all'ospedale accompagnato da guardie del corpo e colleghi quando un commando ha attaccato il gruppo. Zuwara è nota come capitale del contrabbando libico, in particolare in relazione al traffico di esseri umani. A fine agosto un duplice naufragio al largo della città ha causato la morte di almeno 200 persone che volevano raggiungere l'Europa.

Secondo i testimoni, "i killer non erano libici". Il presidente del Congresso libico (Gnc), Nuri Abu Sahmain, accusa le "forze speciali italiane" della morte dell'uomo, stando a quanto riferisce il Guardian. I media libici parlano invece di proiettili "di calibro 9mm, quelli in dotazione alle forze di sicurezza americane e alle guardie della sede diplomatica americana".

Negano anche le fonti militari italiane: "È tutto falso", dicono all'Adnkronos, mentre una fonte della Nato ha smentito che qualcuno tra i militari dell’Alleanza sia coinvolto nell’attacco che ha portato alla morte di quello che era considerato un boss dei trafficanti. La notizia è stata smentita categoricamente anche dalla Farnesina

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