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Il mistero mai chiarito del portavoce dei talebani: chi è Zabihullah Mujahid?

Questa estate i talebani hanno sorpreso non solo per l'avanzata a Kabul ma anche per il modo di comunicare grazie alla regia del portavoce Zabihullah Mujahid. Ma è mistero sulla sua vera identità

Il mistero mai chiarito del portavoce dei talebani: chi è Zabihullah Mujahid?

Il 18 agosto a Kabul in conferenza stampa si è presentato Zabihullah Mujahid. Dietro il suo nome si celano una miriade di tweet e comunicati con i quali decine di giornalisti hanno potuto seguire l'avanzata dei talebani in Afghanistan. Lui infatti altro non è che il portavoce, il nome che si nasconde dietro la pioggia di dichiarazioni degli studenti coranici.

Chi è veramente Zabihullah Mujahid?

Proprio per questo suo attivismo social Zabihullah non è passato inosservato. Ad agosto specialmente una media di 20 tweet al giorno hanno contribuito a ricostruire la vittoria talebana nel Paese. Eppure, fino a quel 18 agosto, nessuno conosceva il suo vero volto. Ma non è detto che colui che ha parlato a Kabul sia realmente Zabihullah Mujahid.

Ufficialmente con questo nome si è iniziato a indicare il portavoce talebano dal 2007, anno dell'arresto del predecessore Muhammed Hanif. Il gruppo islamista viveva in clandestinità e stava portando avanti la guerriglia contro il governo di Kabul e le forze internazionali a guida Usa. Quindi non c'è da sorprendersi se da allora fino al 18 agosto scorso gli studenti coranici non avessero mai organizzato una vera e propria conferenza stampa.

E, di conseguenza, non è una sorpresa se il volto di Zabihullah non si è mai visto prima dell'arrivo del gruppo nella capitale afghana. Stupiva però a quei cronisti che seguivano le vicende talebane l'attivismo di Zabihullah. I talebani sfornavano decine di comunicati anche negli anni precedenti alla loro riconquista. Il portavoce sembrava tenere in piedi un ufficio stampa degno di un governo o di una grande azienda.

Da qui il dubbio: esiste per davvero un Zabihullah Mujahid? Lyse Doucet, giornalista della Bbc, ha spesso parlato della voce secondo cui quello reso noto dai talebani altro non è che uno pseudonimo. Ci sarebbero cioè più portavoce che firmano però tutti con il nome Zabihullah Mujahid. Un sospetto avallato anche dal cronista Mat Nashed, il quale già nel 2019 ha riferito della forte convinzione da parte dei servizi segreti Usa che dietro il nome ufficiale del portavoce si nascondano decine di talebani in grado di organizzare un efficace servizio di propaganda.

C'è chi, tra gli analisti che si sono occupati di Afghanistan negli anni passati, ha sentito per telefono Zabihullah. Moktar Wafayi, giornalista di Kabul, è stato uno di questi. E sul sito Ozy ha riferito di una voce non sempre uguale ogni qualvolta si raggiungeva al telefono il numero attribuito al portavoce talebano.

L'unico giornalista ad averlo visto, prima del 18 agosto scorso, è stato nel 2009 Nic Robertson. L'analista della Cnn lo ha intervistato in video ma il volto era coperto e la voce camuffata per non farsi riconoscere. Due anni più tardi Robertson al New York Times ha raccontato di aver visto davanti a sé una persona di circa trent'anni. Ma dallo stesso quotidiano statunitense, ascoltando altre fonti ritenute vicine a Zabihullah, è emersa la convinzione di come il fantomatico portavoce talebano avesse almeno 50 anni.

Gli stessi talebani, poco dopo l'intervista del 2009, hanno comunicato che Robertson si è trovato di fronte un ciarlatano. Per l'intelligence Usa però quello intervistato altro non era che uno dei tanti personaggi che usano lo pseudonimo di Zabihullah Mujahid.

Chi guida l'informazione talebana?

Quando il 18 agosto un uomo con il turbante bianco davanti ai giornalisti a Kabul si è presentato come Zabihullah Mujahid, in tanti hanno pensato di aver finalmente scoperto l'identità del misterioso portavoce. Pochi giorni dopo i dubbi sono tornati tra molti esperti di Afghanistan. Quell'uomo dalle frasi rassicuranti, che davanti alle telecamere di mezzo mondo ha parlato del “perdono” dei talebani verso i collaboratori dell'occidente, potrebbe non essere Zabihullah. Potrebbe in effetti non esistere alcun Zabihullah ma, al contrario, essere in presenza di una moltitudine di soggetti che guidano il rapporto con la stampa.

Il dettaglio non è affatto secondario. Non si conosce infatti chi realmente gestisca le informazioni provenienti dai talebani, chi mantenga il controllo dei rapporti con giornalisti, reporter e agenti dei servizi segreti.

Non sapere l'origine delle fonti talebane vuol dire non avere accesso ai meandri dell'intricata ma funzionante propaganda degli studenti coranici.

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