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Putin ora minaccia l'Europa: dura risposta a Svezia e Finlandia

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che un ulteriore allargamento della Nato non contribuirà alla sicurezza nel continente europeo

Putin ora minaccia l'Europa: dura risposta a Svezia e Finlandia

Un eventuale allargamento della Nato non contribuirà alla sicurezza dell'Europa. L'ultimo messaggio lanciato dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, è un chiaro riferimento alla notizia che sta recentemente rimbalzando su ogni organo di informazione. Pare, infatti, che entro l'estate Svezia e Finlandia possano aderire all'Alleanza Atlantica, e che questo scenario possa creare terremoti geopolitici piuttosto rilevanti. Molto dipenderà dalla reazione della Russia.

Il messaggio di Mosca

Il punto fondamentale dell'intera vicenda, come detto, consiste nel capire – o quanto meno provare a prevedere – quale sarà la contromossa russa. Rischiamo però di trovarci di fronte ad un enigma difficilmente risolvibile. Anche perché dal Cremlino continuano ad arrivare messaggi discordanti. In ordine cronologico, partiamo dal più recente. Secondo quanto riportato dall'agenzia Interfax, Peskov ha detto che un ulteriore allargamento della Nato non contribuirà certo alla sicurezza nel continente europeo.

Eppure, lo scorso 7 aprile, nel corso di un'intervista rilasciata a Sky News Uk, lo stesso Peskov aveva affermato l'esatto contrario. Ovvero che il solito "eventuale ulteriore allargamento della Nato" a Paesi come la Svezia o la Finlandia non rappresenterebbe di per sé agli occhi della Russia quella minaccia esistenziale che il governo di Vladimir Putin aveva indicato come precondizione per l'ipotetico uso di armi nucleari. Insomma, prima l'ipotetico ingresso di Stoccolma ed Helsinki nella Nato non sembrava rappresentare un particolare pericolo agli occhi di Mosca. La situazione si sarebbe poi capovolta.

Le intenzioni del Cremlino

L'unica spiegazione plausibile che possiamo dare è la seguente. Peskov ha fatto capire che Finlandia e Svezia nella Nato non rappresentano una minaccia esistenziale nell'ottica di un ipotetico utilizzo di armi nucleari, ma che – sottinteso – il loro ingresso nell'Alleanza atlantica potrebbe comunque causare gravi conseguenze. In ogni caso, bisogna ricordare altre recenti dichiarazioni, ossia quelle di Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo.

Qualche settimana fa Zakharova aveva lanciato un chiaro avvertimento all'indirizzo di Svezia e Finlandia, annunciando "gravi conseguenze militari e politiche che richiederebbero al nostro Paese di adottare misure reciproche" di fronte all'eventuale adesione dei due Paesi alla Nato. "L'impegno del governo finnico a una politica militare di non allineamento è un fattore importante nell'assicurare sicurezza e stabilità nel Nord Europa", aveva evidenziato Zakharova. Dunque, le recenti affermazioni di Peskov confermerebbero la reale posizione del Cremlino.

Il messaggio della Nato

Spiegato il messaggio di Mosca, vale la pena sottolineare anche quello della Nato. In qusti giorni, infatti, l'Alleanza Atlantica ha fornito tre indicazioni interessanti per bocca segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg. In un'intervista al britannico Telegraph, Stoltenberg ha spiegato che la Nato starebbe elaborando piani per schierare una presenza militare permanente lungo i propri confini per contrastare una futura aggressione della Russia.

Lo stesso Stoltenberg, poi, ha annunciato via Twitter di avere "parlato con la presidente" della Commissione europea Ursula "von der Leyen sulla sua recente visita a Kiev e dell'incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky". "Siamo determinati a continuare a rafforzare il nostro sostegno all'Ucraina. La Nato e la Ue sono uniti e solidali con il popolo ucraino", ha aggiunto il segretario.

Stoltenberg, sempre nei giorni scorsi, ha infine rassicurato proprio Svezia e Finlandia in merito alla loro scelta di aderire all'Alleanza atlantica: "La porta della Nato rimane aperta, qualsiasi decisione sull'adesione alla Nato spetta agli Alleati e ai Paesi aspiranti e a nessun altro".

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