Qualcosa è andato storto. Warren Weinstein e Giovanni Lo Porto sono morti dopo un raid di un drone Usa in Afghanistan. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è scusato col nostro Paese per la morte del 39enne cooperante di Palermo. Ma restano ancora dei dubbi sull'operazione. "Il problema è che l'obiettivo era giusto e l'operazione era condotta contro un obiettivo di quelli, tra virgolette, certificati. Ovvero di quelli che vengono scelti in base a informazioni precise. Gli ostaggi non ci dovevano essere e di solito non sono presenti in quel tipo di compound. Bisogna capire se è stato fatto, prima di utilizzare il drone, tutto il possibile per verificare l'effettiva presenza solo di talebani. Ma questo lo vedremo più avanti. Ripeto, normalmente nei compound di quel tipo gli ostaggi non ci sono", ha affermato il presidente del Copasir Giacomo Stucchi in un'intervista ad Affaritaliani. Secondo Stucchi da tempo qualcuno sapeva della morte di Lo Porto: "Può darsi che qualcuno sapesse qualcosa, ma serviva individuare i corpi e verificare tutto con il dna. Non è così semplice recuperare queste informazioni e prima di dare una notizia del genere bisogna essere certi che fossero davvero loro i soggetti. Ufficialmente la notizia è stata data con questo ritardo rispetto a quando è davvero accaduto il fatto ma perché bisogna essere certi. Non si possono commettere errori".
Secondo la ricostruzione ufficiale l’intelligence non ha mai avuto elementi sulla presenza degli ostaggi nell’edificio usato dai qaedisti. A quanto pare dunque i dati in possesso da parte della Cia erano inadeguati. I droni vengono impiegati in modo massiccio nella lotta al terrorismo. Ma gli aerei senza pilota possono comunque portare ad errori fatali come nel caso dei due ostaggi uccisi in Afghnistan. Gli attacchi in Paesi come Yemen e Pakistan vengono condotti regolarmente con i droni. Di fatto è impossibile fare verifiche sul campo per qunato riguarda gli obiettivi da colpire.
Così adesso il Copasir vuole verderci chiaro: "Non ci accontentiamo delle scuse, ovviamente doverose, dell’amministrazione americana. Ci devono spiegare e giustificare quanto fatto durante quell’operazione", ha sottolineato Stucchi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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