Nasce l'F-15 X, l'ultima evoluzione dell'Eagle

L'F-15 X, ultima evoluzione dell'Eagle in ruolo arsenale volante, è in in grado di trasportare 24 missili aria-aria

Nasce l'F-15 X, l'ultima evoluzione dell'Eagle

Boeing ha proposto all’Aeronautica statunitense una versione aggiornata dell’F-15 Eagle in grado di trasportare 24 missili aria-aria. L’Air Force, secondo quanto riportato da Defence One, starebbe seriamente considerando la proposta.

L’evoluzione dell’F-15: dall’Eagle alla configurazione X

L’F-15 Eagle, introdotto per la prima volta nel 1972, è uno dei migliori caccia da superiorità aerea del pianeta. Nella sua prima configurazione aria-aria, l’Eagle trasportava quattro missili a corto raggio AIM-9 Sidewinder e quattro missili a medio raggio AIM-7 Sparrow. La configurazione aria-aria dell’F-15 è rimasta la medesima negli anni. Oggi il caccia di quarta generazione della Boeing (non implementa tecnologia stealth) è solitamente armato con quattro missili AIM-9X Sidewinder e quattro AIM-120 AMRAAM. Il caccia da dominio aereo F-22 Raptor può trasportare quattro Sidewinders e sei AMRAAM. La piattaforma tattica F-35 (concepita esclusivamente per il combattimento oltre il raggio visivo e non per il dogfight) può trasportare quattro AMRAAM.

Nel 2010 Boeing propose l’F-15SE Silent Eagle, espressamente concepita per ridurre la RCS del caccia da superiorità aerea. La cellula, rivestita con materiale radar assorbente, era equipaggiata con stive interne. Il Silent Eagle, upgrade dell’ F-15E Strike Eagle, era stato progettato per tentare di ridurre il gap tra la tipica cellula di quarta generazione dell’F-15 con quelle di 4,5 che implementano alcuni accorgimenti per ridurre la sezione radar equivalente. Soltanto un prototipo realizzato con radar AESA e suite Digital Electronic Warfare.

Nasce l’Advanced Eagle, il moltiplicatore di forze

Lo scorso anno Boeing propose l’Advanced Eagle o F-15 2040C in ruolo arsenale volante. Il pacchetto F-15 2040C consente all’Eagle di raddoppiare il numero dei missili trasportati. L’aggiornamento Golden Eagle conferiresce agli F-15C maggiore autonomia ed avionica di ultima generazione. Secondo la Boeing, il pacchetto di aggiornamento "aiuterà l’aviazione americana a mantenere le sue capacità di Air Dominance fino all’avvento della prossima generazione di velivoli”. Nello specifico, l’F-15 2040C potrà trasportare 16 missili aria-aria e sarà dotato del Talon HATE, una completa suite di comunicazione integrata con il Raptor tramite l'Intra Flight Data Link (IFDL). Il pacchetto comprende anche il radar attivo a scansione elettronica Raytheon APG-63 (v)3 ed i sistemi di guerra elettronica Eagle Passive/Active Warning Survivability System (EPAWSS). L’F-15 2040C potrebbe diventare il primo moltiplicatore di forze, aprendo l’era dell’ arsenale volante. Boeing, infine, propone all’Air Force una serie di modifiche per l’estensione della vita operativa degli F-15C che consentirebbero una migliore capacità di integrazione con le piattaforme di quinta generazione come l’ F-22 Raptor della Lockheed Martin.

F-15X Storm Eagle

Con l’F-15X, Boeing ha probabilmente spinto al massimo l’evoluzione della cellula dell’Eagle. La versione X è in grado di trasportare 24 missili aria-aria. Si tratta di una configurazione aria-aria impressionante concepita chiaramente in ruolo arsenale volante. Ancora oggi non è chiaro come l’azienda statunitense sia riuscita ad implementare due dozzine di missili nella cellula dell’Eagle. Probabilmente innovativi quad- pack e stive interne: ricordiamo gli studi della Boeing sul concetto CWB-CFT riconfigurabile testato sul Silent Eagle. L'F-15X sarà anche in grado di trasportare missili anti-nave ed ipersonici. Lo Storm Eagle sfrutta il know-how dell'F-15SA venduto all'Arabia Saudita (controllo di volo fly-by-wire, radar AESA, sistema di ricerca e tracciamento ad infrarossi Tiger Eyes e motori F-110-GE-129). La variante X trae beneficio dagli aggiornamenti finanziati dagli alleati che hanno acquistato negli anni l'F-15: Arabia Saudita, Qatar, Singapore e Corea del Sud hanno speso collettivamente circa 5 miliardi di dollari per sviluppare nuove tecnologie per i loro Eagle. Si prevede un costo di circa 27.000 dollari l'ora per far volare l'F-15X: 5.000 in meno rispetto ad un F-15E.

L’arsenale volante

Uno dei principali limiti della configurazione a bassa osservabilità è determinato dal carico interno delle piattaforme di ultima generazione. La capacità di trasportare internamente i sistemi d’arma è prerogativa essenziale per un profilo stealth pulito. Il problema è che l’F-22 trasporta soltanto sei missili BVR, l’F-35 soltanto quattro. La soluzione prospettata dell’Air Force è l’arsenale volante che si basa su una piattaforma, inizialmente sarà il B-52, in grado di trasportare dalle retrovie decine di missili e bombe di precisione. Un’idea che l’Air Force ha preso in prestito dalla Marina, che ha convertito quattro sottomarini balistici classe Ohio per il trasporto di154 missili da crociera Tomahawk al posto dei 24 Trident. Appare evidente quanto l’Air Force faccia affidamento sulle piattaforme di quinta generazione, ma sembra più un esercizio dialettico che un reale piano operativo. Numeri alla mano, il Pentagono non può di certo sperare di presidiare le aree sensibili del pianeta e riuscire, allo stesso tempo, a vincere una guerra con la Cina o la Russia con soli 60/70 Raptor (123 convertiti al combattimento, ma bisogna considerare gli altri teatri ed i caccia in manutenzione). Da rilevare che per i militari statunitensi il combattimento ravvicinato è ormai fuori moda, ritenendo la migliore tecnologia implementata nelle piattaforme a decretare la vittoria nei contesti del futuro. Nella nuova dottrina, al caccia di quinta generazione spetterebbe l’avanscoperta oltre il raggio visivo grazie all’avionica di ultima generazione. Una volta identificata la minaccia, il caccia collegato in rete con l’arsenale volante, trasferirebbe le informazioni di targeting. L’Air Force spinge per avere in linea delle forze da combattimento integrate in grado di svolgere svariati compiti in una sola missione. Le piattaforme stealth che non avrebbero più la necessità di sporcare il profilo, continuerebbero a coordinare molteplici attacchi dagli arsenali volanti operativi nelle retrovie. La capacità interna di un F-35, con tutte la buone intenzioni che si possano avere e provare per lo JSF, non è da caccia puro da superiorità aerea come l’F22. L’F-35 non è stato progettato per il dogfighting. E’ stato pensato per eliminare il nemico a distanza, la sua forza si basa sula bassa visibilità ai radar. L’Arsenale volante rappresenta l’ennesimo mutamento negli indirizzi strategici per sopperire al divario numerico tra le piattaforme statunitensi e quelle nemiche.

L’F-35 nella guerra del futuro: Next Generation Jammer

Qualora scoppiasse un conflitto su larga scala contro un paese militarmente moderno (Cina o Russia), il Pentagono esclude da ogni pianificazione tattica di prima linea tutte le piattaforme aeree di quarta generazione. F-15 ed F-16, anche nelle loro versioni più performanti, non parteciperebbero alle prime fasi del conflitto e non prima di aver annullato la rete di difesa nemica S300/S400. Le capacità di disturbo elettronico del nemico sono tali da annullare le piattaforme antecedenti la quinta generazione. Il Pentagono si affiderebbe a quattro sistemi: F-22 per la superiorità aerea, F-35 per l’aspetto tattico ed i bombardieri B-2 e B-21. Per il Pentagono soltanto queste quattro piattaforme potrebbero sopravvivere in un ambiente ad alta densità e sfuggire ai missili terra-aria nemici di ultima generazione (A2/AD). In una ipotetica guerra contro la Cina, il Pentagono schiererebbe la sua componente aerea in piccole unità, in tutto il Pacifico. Gli Stati Uniti stimano la perdita degli hub regionali già nelle primissime fasi del conflitto. Grazie alla tecnologia integrata, le piattaforme di quinta generazione dovrebbero essere in grado di operare senza alcun tipo di supporto a terra. F-15 e F-16 resteranno sempre nelle retrovie come moltiplicatori di forze.

E’ un modo di pensare al futuro: continuare ad utilizzare gli aerei di quarta generazione per un dispiegamento di massa in situazioni più classiche. L’EFA ad esempio. Un giorno non potrà più essere impiegato in contesti non permissivi ad alta densità. Il futuro vantaggio capacitivo è strutturato sulle nuove tecnologie implementate sui velivoli di quinta generazione.

Stealth non significa invisibilità

Le piattaforme a bassa osservabilità non sono ovviamente invisibili. Un profilo stealth è concepito per ritardare il rilevamento ed il tracciamento della sorgente nemica. L’F-35 è ottimizzato contro i radar a banda X, mentre potrebbe essere rilevato da sistemi che utilizzano frequenze più basse.

F-22 Raptor: Il Programma Fenice

Il problema di fondo deriva da un errore di calcolo nel periodo successivo alla guerra fredda, quando il Dipartimento della Difesa si convinse che con la caduta dell’Unione Sovietica non ci sarebbe stata alcuna minaccia aerea futura. Una valutazione del tutto errata, considerando oggi gli investimenti cinesi e russi nei caccia di nuova generazione.

A distanza di sei anni dalla chiusura della linea Raptor, il Congresso degli Stati Uniti ha commissionato una studio apposito per valutarne la fattibilità ed il conseguente impatto economico della riapertura del programma. L’aver sospeso la produzione F-22 Raptor a soli 187 esemplari sui 750 previsti è stata una delle più stupide decisioni in materia di appalti militari degli ultimi decenni. Soltanto 123 sono stati convertiti al combattimento. Il resto dei caccia sono classificati come macchine di inventario, destinati ad attività di test o fuori servizio. Ad oggi, considerando le minacce attuale ed i contesti dove è necessaria la presenza di una piattaforma di quinta generazione, l’Air Force avrebbe bisogno di almeno 382 Raptor. Sappiamo che l’intera linea di produzione non è stata cannibalizzata, ma conservata in deposito così come tutti i progetti. L’amministrazione Obama non ha mai paventato tale possibilità, concedendo soltanto gli aggiornamenti necessari (non senza difficoltà) per l’unico caccia di quinta generazione ad oggi in servizio nel mondo.

Eravamo ottimisti – si legge nella relazione dell’Air Force presentata lo scorso anno alla Commissione dei Servizi Armati del Senato – forse fin troppo, ma eravamo convinti che per un ragionevole numero di anni, nessun paese fosse stato in grado di sviluppare piattaforme di nuova generazione. Purtroppo Russi e cinesi lo hanno fatto nella metà del tempo rispetto a quanto avevamo ipotizzato.

Uno studio del 2010 commissionato dall’Air Force alla RAND Corporation stimava una spesa di 17 miliardi di dollari per 75 nuovi Raptor. I risultati del nuovo studio fissano quella cifra a 50 miliardi di dollari per 194 nuovi Raptor. La cifra è così divisa: 7/10 miliardi di dollari in costi di avviamento e 40,4 miliardi per l'approvvigionamento dei velivoli. Il costo unitario per ogni Raptor 2.0 è stimato in 206/216 milioni. L'ultimo F-22 prodotto è costato ai contribuenti americani 137 milioni di dollari.

L'F-22 è ancora il miglior caccia del mondo, anche se in uno confronto su larga scala, pagherebbe caro il suo esiguo numero. Senza considerare, infine, che qualche AIM-120 potrebbe anche non colpire il bersaglio in un’era in cui la guerra elettronica attiva sta compiendo passi da gigante. Oggi, l’unico vero nemico del Raptor è numerico. La storia, però, potrebbe cambiare a breve. Il 21 aprile scorso il Giappone ha presentato ai principali appaltatori della difesa statunitense una formale richiesta dal potenziale valore di 40 miliardi di dollari per un nuovo caccia ibrido da superiorità aerea che possa combinare le caratteristiche dell’F-22 e dell’F-35 ma superiore ad entrambi. Il caccia ibrido includerebbe motore, radar e componenti costruiti in Giappone.

L'USAF non ha la forza politica ed economica per riavviare la linea Raptor, ma i 40 miliardi di dollari garantiti dal Giappone ammortizzerebbero il conseguente impatto economico. In questo contesto, gli Stati Uniti acquisterebbero la nuova versione del Raptor a costo unitario. Ovviamente ciò non accadrà poichè nulla può mettere a rischio il programma F-35 che ha ormai superato il punto di non ritorno. Tuttavia se il Giappone acquistasse un Raptor aggiornato invece di sviluppare un design quasi identico, garantendo la maggior parte dei costi di riavvio e sviluppo, si presenterebbe un'opportunità vantaggiosa per gli Stati Uniti. Ed a produzione avviata e certa (fissata per legge), i costi unitari continuerebbero a scendere. In ogni caso gli Stati Uniti necessitano di un nuovo caccia dal 2030 e non possono permettersi lo sviluppo ventennale di una nuova piattaforma. L’evoluzione della tecnologia esistente garantirebbe di sviluppare nei tempi stabiliti il sistema Phoenix secondo quanto previsto dal Next Generation Air Dominance.

L'F-15 doveva essere sostituito dal furtivo F-22 Raptor - considerato il miglior combattente di combattimento aria-aria. Nonostante le obiezioni dei principali generali dell'Air Force, il Segretario alla Difesa Robert Gates ha ordinato la fine della produzione dell'F-22 nel 2009. Il jet finale è uscito dalla linea di produzione di Lockheed Martin Marietta, Georgia, nel 2012. In tutto, l'Air Force ha acquistato 187 Rapaci, molto meno degli oltre 750 originariamente previsti.

F-35 Beast

Il 29 dicembre scorso Lockheed Martin svelò sul proprio sito istituzionale il massimo carico comparativo di un F-35 in configurazione Stealth (configurazione a bassa osservabilità) e Beast (load-out ottimizzato). Per una missione standard aria-aria l’F-35 trasporterebbe internamente quattro missili Aim-120 Amraam. In configurazione d’attacco al suolo, l’F-35 sarebbe armato con due AIM-120 e due Gbu-31. In entrambi i casi si tratta del carico interno per missioni standard. Tuttavia se quello stesso F-35 fosse configurato in Beast Mode, la piattaforma della Lockheed potrebbe essere equipaggiata con 14 missili Amraam e due Sidewinder. Il carico utile si trasforma in sei Gbu-31, due AIM-120 Amraam e due AIM-9X Sidewinder nella configurazione d’attacco al suolo.

“Le minacce in evoluzione rendono la superiorità aerea più importante che mai. E solo l'F-35 può fornire agli Stati Uniti e alle forze alleate di tutto il mondo la forza necessaria per sconfiggere le minacce mantenendo una consapevolezza situazionale ineguagliata. In modalità stealth, l'F-35 può infiltrarsi nel territorio nemico trasportando internamente il suo carico utile di 2,600 kg. Stabilito il dominio aereo l'F-35, configurato in modalità beast con una capacità combinata interna ed esterna di oltre diecimila kg, ritornerà in battaglia per finire il combattimento”.

F-35 : perché la configurazione Beast?

Il caccia universale

Il concetto di caccia universale è stato un totale fallimento per il Pentagono. Il programma Joint Strike Fighter semplicemente non ha funzionato nel modo in cui i militari avevano sperato con sogno di un caccia universale rimasto tale. Per capire di cosa stiamo parlando, bisogna ritornare agli esordi del programma JSF. Tra le direttive del Pentagono, oltre alle specifiche tipiche di un caccia tattico a bassa osservabilità, una linea principale di volo formata da tre versioni dello stesso caccia che avrebbero dovuto condividere il 70% delle parti in comune. Il programma Joint Strike Fighter, quindi, nasceva con l’obiettivo di sostituire le otto principali famiglie di piattaforme in servizio con gli Stati Uniti con tre varianti dell’F-35: la versione A per l’Air Force, la B con un sistema propulsivo diverso per il Corpo dei Marine e la C ottimizzata per l’US Navy. La speranza del Pentagono era quella di avere una sola piattaforme in grado di sostituire F-15 e F-16 nel dogfight. In grado di eccellere nel ruolo CAS in sostituzione dell’A-10 e che fosse in grado di rilevare l’intera flotta Hornet. A supporto dei Marine, l’F-35 avrebbe rimpiazzato l’Harrier. L’innegabile vantaggio economico di una sola piattaforma avrebbe incrementato l'efficienza nella produzione e formazione, risparmiando centinaia di miliardi di dollari. Il Pentagono, se avesse avuto quella piattaforma polivalente, avrebbe stornato le somme risparmiate negli altri programmi della Difesa. Un caccia per certi versi modulare, in grado di essere modificato in tempi relativamente brevi, forte di quel 70% dei sistemi in comune tra le tre versioni dello stesso caccia. Quel 70% di parti in comune tra le tre varianti, si rivelerà impossibile da raggiungere. Oggi, grazie anche alle continue specifiche che ogni ramo delle forze armate ha preteso nella propria variante, le versioni A, B e C dell’F-35 sono per lo più incompatibili tra di loro. Le tre versioni hanno soltanto il 20/25% delle parti in comune. La natura concettuale dello Joint Strike Fighter non ha funzionato nel modo in cui i militari speravano, con la nascita di una piattaforma universale. La cosa principale che le tre versioni hanno in comune è la designazione F-35. Per il resto, anche il disegno inizia a differenziarsi a seconda delle versioni. La sesta generazione non avrà alcuna sovrapposizione tra Marina ed Aeronautica: saranno aerei profondamente diversi.

F-35: sistema d'arma in divenire

Dobbiamo chiarire un altro punto: l'F-35 è ancora un sistema d'arma in divenire, viziato da un problema concettuale. L’F-35 è stato pensato per essere utilizzato dai tre rami principali delle forze armate Usa, ognuna delle quali aveva precise richieste. Come risultato, l'aereo è stato progettato per essere un bombardiere, una piattaforma tattica e per il supporto alla fanteria. Dobbiamo pensare all’F-35 come parte di un'architettura complessa composta da diverse piattaforme. L’F-35 dovrebbe conferire innegabili vantaggi in un determinato contesto operativo grazie alla sua bassa osservabilità, capacità dei sensori di bordo ed integrazioni delle informazioni con altre piattaforme. Fattori che conferiscono all'F-35 un enorme vantaggio rispetto ai velivoli che andrà a sostituire. Non è ovviamente un caccia puro. In primo luogo perché non possiede la quota né la velocità dell’F-22, ma dovrebbe essere in grado di eliminare i nemici sfruttando la sua bassa osservabilità e l’avionica (anch’essa in divenire). I velivoli di quinta generazione come l’F-22 e l’F-35 non sono caccia puri, non sono dei veri fighter. Sono velivoli ottimizzati per diversi regimi di minacce ed in grado di compiere svariate missioni. Proprio il velivolo specifico non esiste più. Esiste, invece, la piattaforma aerea multiruolo che può svolgere una miriade di missioni egregiamente, probabilmente non eccellendo in nessun ruolo. L’F-35 non è stato progettato per il dogfighting ne per duellare nell’uno contro uno. E’ stato pensato per eliminare il nemico a distanza. Qualora dovesse fallire, l’F-35 senza caccia di scorta puri, potrebbe non tornare alla base. Ed è un dato di fatto.

Nasce il branco F-35?

Pubblicamente la configurazione Beast aria-aria pari a sedici missili non è mai stata testata sull’F-35: parliamo quindi di un carico teorico, anche se ignoriamo possa essere compatible con le tre versioni dello JSF (Lockheed non lo dice). Nella strategia di sviluppo del programma JSF, il Beast mode aria-aria non risulterebbe nella timeline software. Hardware e specifiche risorse per tale configurazione sembrerebbero non esistere. Si tratta quindi una configurazione teorica che potrebbe essere inclusa nei futuri Block. Dobbiamo quindi tentare di capire la reale valenza del grafico della Lockheed Martin. Possiamo disquisire all'infinito sul problema concettuale dell'F-35, ma l'obiettivo del grafico è la prospettiva teorica. Sui nuovi asset si plasmano le future tattiche e quell'arsenale volante di quinta generazione stuzzica non poco. Soffermiamoci sul testo a corredo oltre alla evidente questione marketing (perché proprio quella configurazione aria-aria?). Si parla di "dominio aereo" e non di "superiorità aerea". Sono due cose diverse. Il dominio aereo è un termine coniato e valido solo per l'F-22, primo caccia operativo di quinta generazione. Riferendosi al dominio, Lockheed intende suggerire una modalità arsenale volante aria-aria con formazioni F-22/F-35? In realtà quando parliamo di arsenale, dobbiamo pensare anche ai droni in quel ruolo.

E' un messaggio della Lockheed rivolto ai sostenitori (in patria ed all’estero) delle piattaforme di quarta generazione profondamente legati alla loro affidabilità e carico utile? Un tentativo di vendere l'F-35 non solo come vettore tecnologico di prima fascia, ma come piattaforma missilistica da battaglia per il dominio aereo integrato? E’ quindi l’F-35 il vero arsenale volante nella tattica aerea del futuro?

E’ un messaggio rivolto a quegli alleati che non dispongono di un caccia di ultima generazione? Senza dubbio una affascinante idea concettuale: F-35 in configurazione stealth collegato con le Bestie, non furtive, nelle retrovie per imporre il dominio aereo in un contesto di ultima generazione.

Si tratta di innovative e suggestive tattiche cooperative per i primi branchi di quinta generazione?

In base alle informazioni pubbliche, l'F-35 potrebbe teoricamente trasportare sedici missili aria-aria. Si tratta di una possibilità, non di una capacità attuale.

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