Coronavirus

Negozi, scuole e uffici: ecco come l'Europa riapre e riparte

A differenza dell'Italia, in molte nazioni europee e nel mondo la Fase 2 è molto meno restrittiva: negozi, scuole ed uffici riaprono, sia pur mantenendo un adeguato distanziamento sociale. Nuova Zelanda isola felice: hanno praticamente sconfitto il virus e ripartono

Negozi, scuole e uffici: ecco come l'Europa riapre e riparte

Nonostante quasi 250mila casi di positività al Covid-19 registrati nelle nazioni dell'Europa centrale ed orientale, da quelle parti si prova a ripartire, allentando (di molto) le misure restrittive e cominciando, anche loro, una Fase 2. Ma non solo: anche nel mondo si riparte, in maniera più veloce e diversa rispetto all'Italia. Come vedremo, le differenze sono abissali.

Svizzera e Austria, sì a parrucchieri e scuole

Cominciamo dai nostri "vicini" di casa: in Svizzera da oggi si potrà tornare ad effettuare gli interventi effettuati a causa del Coronavirus e potranno riprendere la loro attività anche parrucchieri, centri massaggi, centri estetici e negozi con tutto quel che serve per il “fai da te”, di giardinaggio e di fiori. In Italia tutto ciò avverrà tra oltre un mese.

In Austria non aspetteranno settembre per riportare gli studenti in classe: dal 4 maggio sì alle aule ma con criterio, le classi saranno dimezzate per rispettare il distanziamento: una parte farà lezione nei giorni dispari, un'altra in quelli pari. I primi a tornare saranno i ragazzi che dovranno affrontare la maturità, via via tutti quelli per cui non sono previsti gli esami di fine anno.

Germania, ecco cosa ha deciso la Merkel

Anche per loro, la Fase 2 comincerà il 4 maggio con la riapertura di scuole e attività commerciali mantenendo, ovviamente, le regole sul distanziamento sociale in uffici e negozi ed invitando al massimo una persona esterna alla propria famiglia nelle abitazioni private, come si legge sul Messaggero. Come per l'Austria, anche i tedeschi torneranno sui banchi di scuola con la priorità ai maturandi del liceo e divisi in gruppi ristretti che si alternano ogni giorno.

Prorogato, invece, lo stop a cerimonie religiose, campionato e grandi eventi ma dopo il 3 maggio potranno rialzare la saracinesca anche le attività commerciali. Bisognerà aspettare la fine dell’estate, invece, per i grandi eventi pubblici che restano vietati fino al 31 agosto. Anche l’apertura di ristoranti e bar è rinviata a data da destinarsi.

Francia e Spagna, aperture con polemiche

I media francesi anticipano le decisioni di Macron che intende cancellare alcune restrizioni a partire dall'11 maggio, dando la priorità alla riapertura delle scuole, alla ripresa delle attività lavorative, al ritrno alla normalità dei trasporti pubblici e all'approvigionamento di mascherine e materiali disinfettanti. Troppe aperture secondo il comitato tecnico-scientifico: "Prendiamo atto, ma contrari", che auspica l'osservazione rigida del distanziamento sociale e l'uso delle mascherine a tutti.

In Spagna si procede con cautela, essendo una delle nazioni europee con più casi e morti. Se c'è stato il via libera agli under 14 dopo 42 giorni di confinamento, il governo spagnolo guarda alla fase 2 dopo la proroga del lockdown fino al 9 maggio: è ancora tutto da stabilire ma si dovrebbe dare il via libera alle passeggiate a partire dal 2 maggio anche per gli over 65 se le cifre lo consentiranno.

Regno Unito, Bojo adesso è "cauto"

Dopo l'esperienza del Covid-19 sulla propria pelle, Boris Johnson non ha più fretta di riaprire perché "una seconda ondata sarebbe un disastro". Quindi, si procederà con cautela anche se i media inglesi, "siamo vicini alla svolta" premono per ripartire. Tra i nuovi provvedimenti che potrebbero essere presi, dovrebbe esserci la quarantena di due settimane per chi arriva dall'estero.

Svezia, tutto aperto

Gli svedesi, probabilmente, hanno un'altra mentalità: il governo si appella al senso di responsabilità individuale e alla capacità di ciascuno di seguire le raccomandazioni sanitarie. Tutto aperto, quindi. Le uniche restrizioni riguardano il distanziamento sociale con la proibizione dei raduni di oltre 50 persone e le visite nelle case di riposo. Si allenta, di molto, anche in Norvegia dove si dice che la pandemia sia sotto controllo: riaprono le attività dei parrucchieri e dei dermatologi mentre restano in vigore i divieti per eventi sportivi e culturali.

Come se la passano fuori dall'Europa?

Se in Europa (tranne che in Italia e Spagna) si sta riaprendo tutto, la situazione è diversa in altri grandi paesi del mondo, prima di tutto negli Stati Uniti, primo paese al mondo per numero di contagi e decessi dove le restrizioni hanno creato enormi problemi economici nelle fasce più deboli della popolazione: in un mese, quasi 22 milioni di persone hanno perso il proprio posto di lavoro. Trump, oltre alla polemica con la stampa per la folle dichiarazione sul disinfettante poi rettificata, è in perenne dissidio anche con i governatori di alcuni Stati, come successo con il governatore di New York poco tempo fa. Per la superpotenza mondiale non è ancora il momento di pensare ad una riapertura, piuttosto si cerca di contenere al meglio la pandemia.

Ottime notizie da Cina e Nuova Zelanda

Le uniche, confortanti, notizie, arrivano intanto da dove tutto è partito: a poche settimane dalla caduta del lockdown, rimosso dopo 76 giorni, Wuhan ha raggiunto il traguardo di zero pazienti ricoverati per il Covid-19, con l'ultimo in condizioni gravi guarito venerdì 24 aprile dopo i risultati dei test. Inoltre, nell'intera provincia dell'Hubei i contagi sarebbero ormai scesi sotto i 50 casi.

Agli antipodi di Italia ed Europa c'è la Nuova Zelanda, "isola felice" con un totale di 1.500 positivi al Covid e 19 decessi, vale a dire meno di 10 casi al giorno ed uno solo nella giornata di ieri. Esulta la premier Jacinta Arden, che ha detto che il Paese per il momento ha "vinto la battaglia ma dobbiamo rimanere vigili se vogliamo che continui ad essere così" ha aggiunto.

È così che in queste ore stanno riaprendo alcune attività economiche non essenziali, servizi sanitari e scolastici.

Speriamo che anche in Europa ed in Italia, al più presto, si possa ricominciare così.

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