Mondo

Nella Birmania del premio Nobel Aung San Su Kyi continuano le violenze

L’esercito ha lanciato una potente offensiva nello Stato Kachin, nel nord-est del Paese. Altri attacchi si registrano nei territori controllati dalla guerriglia Karen e nello Stato Arakan

Nella Birmania del premio Nobel Aung San Su Kyi continuano le violenze

Appena dieci giorni fa Barack Obama ha ordinato l’eliminazione delle sanzioni economiche imposte alla Birmania quando era sotto il controllo della giunta militare. Questo perchè, per il presidente degli Stati Uniti, la situazione attuale sarebbe “cambiata in modo significativo in seguito alle riforme democratiche attuate”.

Ma in realtà, nella Birmania guidata dal premio Nobel per la Pace Aung San Su Kyi, poco è cambiato. Da oltre due mesi l’esercito - che detiene ancora un grandissimo potere nonostante la sconfitta alle elezioni del novembre 2015 – ha lanciato una potente offensiva nello Stato Kachin, nel nord-est del Paese. Altri attacchi si registrano nei territori controllati dalla guerriglia Karen, lungo il confine con la Thailandia e nello Stato Arakan, nel nord-ovest della Birmania.

Nello Stato Kachin le truppe di Naypyiadaw stanno attaccando anche con aerei e elicotteri da combattimento MI 35. L’esercito birmano sta bombardando senza nessuna differenza i villaggi abitati dai civili e le postazioni dei gruppi armati che rivendicano l’autonomia. L’obiettivo è sempre lo stesso: da decenni i generali vogliono eliminare l’identità delle etnie e impadronirsi delle risorse naturali dei loro territori.

Negli ultimi sessanta giorni la guerra nella zona controllata dai Kachin ha causato un numero indefinito di morti. La conta delle vittime, infatti, è impossibile. Il governo non permette l’entrata nelle zone di conflitto né alle organizzazioni umanitarie né ai giornalisti. Gli sfollati invece, secondo quanto riferiscono attivisti locali, sarebbero 120mila e aumenterebbero di giorno in giorno.

L'appello dell'arcivescovo di Yangon

Sulla situazione che sta sconvolgendo il Paese è intervenuto oggi anche l’arcivescovo di Yangon Charles Maung Bo, che ha chiesto al governo di interrompere immediatamente gli attacchi e di permettere l'entrata degli aiuti umanitari nelle zone colpite dalle violenze.

“Gli scontri armati ripresi in più parti della Birmania sono inaccettabili, come è inaccettabile che il Paese scivoli ancora verso soluzioni militari”.

Commenti