Nuove proteste in piazza contro l'elezione di Trump

Da New York a Washington, da Los Angeles a Portland, dilaga la protesta contro l'elezione di Trump alla Casa Bianca. Lui scrive su Twitter: "Contestatori incitati dai media, è ingiusto"

Nuove proteste in piazza contro l'elezione di Trump

Vanno avanti le proteste anti Trump per le strade degli Stati Uniti. Gli edifici di Trump a New York e Washington sono stati fra gli obiettivi principali: la polizia ha innalzato delle barriere di sicurezza intorno all'hotel del presidente eletto nella capitale, non lontano dalla Casa Bianca, e ha anche schierato dei blocchi di cemento intorno alla Trump Tower nella Grande mela.
Circa 100 manifestanti hanno marciato dalla Casa Bianca, dove Trump ha avuto il primo incontro con Barack Obama, al Trump International Hotel, aperto da poco, cantando '"love Trumps hate". A Philadelphia circa mille persone hanno attraversato il centro della città. Manifestazioni anche a Los Angeles e in altre importanti città. A Portland (Oregon) la polizia è intervenuta per bloccare una protesta trasformatasi in una pericolosa rivolta di piazza. Le mobilitazioni sono state organizzate tramite i social network.

Su Twitter Donald Trump ha commentato così quello che sta accadendo: "Ho appena vinto un'elezione presidenziale aperta e di successo. Adesso contestatori di professione, incitati dai media, stanno protestando, Molto ingiusto!".

L'ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani, uno dei principali consiglieri di Trump, ha definito "piagnoni" gli studenti e i manifestanti che protestano contro la vittoria del tycoon. In un'intervista all'emittente Fox News, Giuliani ha sminuito l'importanza delle manifestazioni anti Trump e ha criticato l'appoggio offerto da alcune università agli alunni insoddisfatti del risultato elettorale.

Dopo alcune ore Trump stupisce tutti, ancora con un tweet. Loda la "passione" dei giovani in strada. "Amo il fatto che piccoli gruppi di manifestanti la scorsa notte abbiano (messo) passione per la nostra nazione. Torneremo tutti insieme e saremo orgogliosi". Può sembrare una presa in giro.

Ma se fosse, invece, il tentativo di gettare acqua sul fuoco, dichiarando pubblicamente la volontà non tanto di fare pace ma almeno di voler rispettare chi non la pensa come lui, in nome di un interesse più grande? Staremo a vedere come andranno le cose.

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