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Ong tedesca antimigranti: "Profughi, andate in Siria. È luogo sicuro"

L’ong di estrema destra sostiene che i soldi spesi dal governo tedesco per l’integrazione dei profughi dovrebbero invece essere impiegati per risollevare le economie dei Paesi di origine di questi ultimi

Ong tedesca antimigranti: "Profughi, andate in Siria. È luogo sicuro"

Un’ong tedesca è divenuta in patria bersaglio di forti critiche per avere esortato i profughi presenti in Germania a trasferirsi in Siria. Il Paese medio-orientale è stato infatti descritto dai vertici dell’organizzazione come un “posto sicuro”, adatto a ospitare i circa 700mila rifugiati accolti negli ultimi tre anni dal governo Merkel. Tale proposta è stata subito definita “assurda” dagli attivisti anti-Assad presenti in Europa.

Alternative Help Association (Aha), l’ong di estrema destra finita al centro delle polemiche, è stata fondata nel 2017 con l’obiettivo di contrastare l’immigrazione di massa, difendere i confini tedeschi e preservare l’identità culturale europea. Sotto lo slogan “Patria, libertà, tradizione”, Aha ha duramente criticato la politica dell’accoglienza perseguita da Angela Merkel, denunciando i rischi per l’omogeneità etnica e per la stabilità economica della Germania derivanti dall’arrivo incontrollato di clandestini.

L’ultima iniziativa dell’associazione anti-migranti è stata la diffusione di un video diretto a presentare la Siria come un “Paese pacificato”. Le riprese, effettuate nei territori a Nord Est di Damasco, immortalano scene di vita ordinaria nel villaggio di Maaloula. La videocamera quindi indugia sul panorama circostante, caratterizzato da colline brulle e monasteri scavati nella roccia. Nei secondi finali del filmato si vedono alcuni attivisti di Aha che esortano gli immigrati riparati in Germania a stabilirsi nel Paese arabo, divenuto ormai “sicuro” grazie al ripristino dell’autorità del presidente Assad.

Mario Muller, uno dei militanti che compaiono nel video, ha ribadito, intervistato dall’emittente Al Jazeera, l’impegno dell’ong identitaria a “constatare in prima persona” la portata dell’attuale crisi migratoria e ha poi affermato: “L’obiettivo della prima visita in Siria dei membri di Aha è analizzare da vicino la situazione, stabilire contatti con gli attori in gioco e capire come possiamo concretamente aiutare la gente del posto.” Muller ha quindi attaccato la strategia promossa dalla Merkel in ambito migratorio: “L’unica politica sensata è quella mirante a invogliare i Siriani a non lasciare la loro patria. Ogni euro che la Germania oggi spende per l’assistenza sociale rivolta ai migranti e per favorire l’integrazione di questi ultimi deve invece essere impiegato, al fine di produrre effetti realmente vantaggiosi sul fronte migratorio, per incoraggiare la ripresa dell’economia siriana. Nei territori in cui abbiamo effettuato le riprese non ci siamo mai sentiti in pericolo e questo dimostra che non c’è alcun ostacolo al rientro in patria dei rifugiati presenti in Europa. Costoro possono quindi tornare nel loro Paese di origine e dare una mano per la rinascita di quest’ultimo. La Siria ha estremamente bisogno di loro.”

L’attivista ha poi evidenziato i molteplici sforzi intrapresi da Aha circa la ricostruzione del Paese medio-orientale, consistenti soprattutto in donazioni dirette a finanziare il restauro dei monasteri danneggiati durante la guerra civile e in distribuzioni di viveri e medicinali alla popolazione civile. Infine, Muller ha pronunciato parole di elogio nei confronti di Assad: “Malgrado non sia a capo di una democrazia di stampo occidentale, il presidente in carica è l’unico in grado di tutelare i diritti delle minoranze. Con Assad al potere, cristiani, sciiti e drusi potranno avere un futuro di pace e opportunità nella loro patria.”

I membri dell’ong identitaria si erano già recati in Medio Oriente nei mesi precedenti, sempre per condurre iniziative miranti a scoraggiare le partenze dei migranti verso l’Europa. Lo scorso giugno, infatti, esponenti di Aha erano giunti in Libano, al fine di visitare i campi profughi destinati ai soggetti in fuga dalla guerra civile siriana. In quell’occasione, gli attivisti tedeschi avevano diffuso agli ospiti delle strutture ricettive materiale informativo inteso a dissuadere questi ultimi dall’intraprendere il viaggio verso il “Vecchio continente”.

Il messaggio lanciato in questi giorni da Aha, diretto a incoraggiare i profughi presenti in Germania a stabilirsi nella “sicura” Siria, è stato duramente criticato dalle associazioni anti-Assad presenti in Europa. Ad esempio, l’Osservatorio siriano per i diritti umani, in una nota, ha tuonato: “È palesemente assurdo e difficilmente comprensibile che qualcuno chieda ai rifugiati siriani di tornare in un Paese in cui il governo accusa di terrorismo e fa arrestare persino i volontari impegnati a soccorrere la popolazione sepolta sotto le macerie degli edifici.” L’Osservatorio ha quindi fornito un bilancio della repressione ordinata nei mesi scorsi dalle autorità siriane contro i “traditori”. In base ai dati forniti dall’organizzazione anti-Assad, sarebbero 250mila gli individui “scomparsi” a causa dell’ondata di arresti decisa dal governo di Damasco al fine di “stroncare il terrorismo”.

È dal 2011 che il Paese mediorientale si ritrova

martoriato da un sanguinoso conflitto interno. Secondo le Nazioni Unite, le vittime della guerra civile sarebbero più di 500mila, mentre le persone fuggite dai teatri degli scontri sarebbero più di sei milioni.

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