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Ora la Ue vuole quote rosa per avere dirigenti donne

La Commissione Juncker vuole incentivare l'inclusione delle donne nei ruoli dirigenziali di medio e alto livello, oltre a quella di disabili e di funzionari Lgbt

Ora la Ue vuole quote rosa per avere dirigenti donne

La bandiera blu e oro dell'Unione Europea si colora di rosa. Almeno un po'. Anche la Commissione Europea, infatti, starebbe studiando l'introduzione di quote più ingenti riservate alle donne, sopratutto nelle posizioni apicali dell'amministrazione comunitaria.

Come ricostruisce La Stampa in un approfondimento, l'organo esecutivo della Ue è deciso ad aumentare il numero di donne nei ruoli di vertice. Se le donne rappresentano infatti il 55% delle funzionarie europee, il gentil sesso occupa appena il 33% degli incarichi di dirigente di medio ed alto livello. E l'obiettivo da raggiungere entro le prossime elezioni - che si terranno nel 2019 - è quello di portare la quota di donne nei posti intermedi dal 35% al 40%.

Più difficile l'intervento per quanto riguarda i ranghi dei direttori generali, dove le femmine siedono in appena 11 poltrone su 39 disponibili e dove soprattutto non c'è alcuna intenzione di introdurre quote rosa di sorta, se si esclude un generico impegno della Commissione a verificare le disparità di genere intervenendo laddove il gap dovesse essere più ampio.

Lo stesso Jean-Claude Juncker, nel 2014, si era impegnato a includere nella sua "squadra" almeno undici commissarie, ma solo nove Stati membri avevano avanzato una candidatura femminile.

Ora si tenta di porre rimedio a quel vulnus, con particolare attenzione a includere pienamente anche le persone disabili e i funzionari Lgbt.

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