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Pakistan, l'autopsia di Sana: "Osso del collo rotto, è stata strangolata"

Analizzati i campioni dopo la riesumazione del corpo. Il padre l'avrebbe uccisa, con l'aiuto dei parenti, perché la giovane voleva sposare un ragazzo italiano

Pakistan, l'autopsia di Sana: "Osso del collo rotto, è stata strangolata"

Sana Cheema è stata strangolata. Ora sembra non esserci più alcun dubbio. Il rapporto dell'autopsia sul corpo della 26enne italo-pachistana, che è stata vittima di un delitto d'onore perché aveva espresso il desiderio di sposare un ragazzo italiano. A esaminare le prove è stato il laboratorio forense del Punjab che ha analizzato i campioni dopo la riesumazione del corpo.

Un delitto brutale che coinvolge una ragazza che a Brescia aveva studiato e lavorava. E subito la memoria va a Hina Saleem, la giovane che nel 2006 era stata sgozzata, sempre nel Bresciano e sempre dai famigliari pachistani, per la stessa ragione che ha portato alla morte di Sana: essersi innamorata di un ragazzo italiano e volerlo sposare. Lo scorso 18 aprile, subito dopo la morte, Sana era stata seppellita in tutta fretta dalla famiglia, che sosteneva fosse morta al termine di una lunga malattia. Secondo la polizia, invece, il padre Ghulam Mustafa voleva imporle le nozze con un parente contro il suo volere. Da qui la decisione di ucciderla il giorno prima che tornasse in Italia, con l'aiuto del figlio Adnan Mustafa e del fratello Mazhar Iqbal. "Questa vicenda terribile - commenta il leghista Paolo Grimoldi - conferma che un certo islam, quello più oltranzista, non è compatibile con il nostro modo di vivere, con i nostri valori e che è impossibile un'integrazione, da parte di certi islamici fondamentalisti, che non si trasformi in una sottomissione da parte nostra".

Fino allo scorso novembre, Sana aveva vissuto a Brescia, poi aveva fatto ritorno in Pakistan dove aveva rifiutato un matrimonio combinato che il padre aveva tentato di imporle. Il corpo della 26enne, morta a Mangowal nel distretto di Gujrat, era stato esumato su ordine di un giudice dopo che il padre aveva affermato che la figlia era morta per cause naturali parlando anche di una lunga malattia e delle relative cure che le erano state prestate. Durante le indagini, un ospedale privato aveva, però, smentito di aver ricoverato e curato Sana. "È stata nella clinica per una visita l'11 aprile - hanno fatto sapere i medici - le sono stati prescritti farmaci contro la nausea ma non è stata trattenuta".

I genitori della giovane hanno, quindi, consegnato documenti falsificati all'ambasciata italiana.

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