La parabola discendente di Hakan Sukur

Hakan Sukur, ex calciatore di Inter e Galatasaray, è finito nel mirino del presidente Erdogan. Da anni, si è rifugiato negli Stati Uniti e, ora, pare essere stato completamente dimenticato in Patria

La parabola discendente di Hakan Sukur

Da campione del calcio a esiliato politico. È la storia di Hakan Sükür, ex calciatore dell’Inter e del Galatasaray, squadra con cui segnò più di 200 gol che ora lo ha rinnegato.

Sükür, si è rifugiato da anni in California, a Palo Alto dove gestisce un ristorante, dopo essere finito nel mirino del presidente Erdogan perché accusato di essere vicino all’acerrimo nemico Fethullah Gülen. Eppure nel 1995 fu proprio Erdogan, in veste di sindaco di Instabul, a celebrare il matrimonio di Sükür. Da oggi, invece, il suo nome non si può nemmeno pronunciare in Turchia e tutti gli stadi a lui dedicati hanno cambiato nome. Il Galatasaray lo ha addirittura espulso e lo ha rimosso da tutti i documenti ufficiali sulla storia del club.

Gli Stati Uniti, racconta il Corriere della Sera, sono la sua nuova patria dal 2015 quando la magistratura turca lo accusò di aver insultato il presidente Erdogan su Twitter. Lo seguono tutti i suoi familiari, eccetto l’anziano padre, Selmet che, nel novembre 2016, viene arrestato perché ritenuto complice dei rivoltosi nel tentato colpo di Stato del 15 luglio. Morirà 8 mesi dopo in carcere.

Una parabola discendente per Sükür che nel 2011, dopo essersi ritirato dal calcio giocato, entra in parlamento proprio con l’Akp di Erdogan ma la sua carriera politica finisce appena due anni dopo, con lo scoppio della Tangentopoli turca che travolge alcuni esponenti del governo. Da quel momento finisce in disgrazie perché ritenuto troppo vicino a Gülen, suo testimone di nozze e oppositore di Erdogan da ormai 20 anni.

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