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Parigi, uomo aggredito al grido di "Allah Akbar"

Un sessantenne direttore di un'associazione umanitaria è stato accoltellato stamattina da una coppia che lo ha ferito inneggiando ad Allah

Parigi, uomo aggredito al grido di "Allah Akbar"

Parigi ripiomba nell'incubo del terrorismo islamico: questa mattina alle 7.30, il direttore di un'associazione umanitaria a Montreuil - nella banlieue della capitale francese - è stato accoltellato da una coppia al grido di "Allah Akbar, cane infedele".

La vittima, sessantenne, dirige l'associazione per la distribuzione di cibo ai poveri "Restos du coeur": stamane sarebbe stato avvicinato da un uomo e da una donna armati di coltello e accetta. L'uomo lo avrebbe aggredito con l'accetta e quindi immobilizzato, mentre la donna lo colpiva con il coltello al torace e al ventre, riferisce Europe1.

Già in passato il sessantenne era stato minacciato di morte, ricevendo fra l'altro una piccola bara spedita per posta con la scritta "Morte a te sporco francese".

La vittima è stata ricoverata in ospedale a Parigi, dove per fortuna non sarebbe in pericolo di vita. Sarebbe anzi stato in grado di allertare lui stesso le forze dell'ordine e di chiamare i soccorsi. La coppia degli aggressori, invece, si sarebbe data alla fuga: la polizia ha immediatamente aperto un'inchiesta e si è subito messa sulle tracce dei due fuggiaschi.

Parigi, capitale sotto attacco

Se la matrice islamista dell'attacco dovesse essere confermata, Parigi finirebbe nel mirino degli attacchi terroristici per l'ennesima volta in pochi mesi. In principio, nel gennaio 2015, fu colpito il settimanale satirico "Charlie Hebdo" e il supermercato Hyperchacer, con la morte di 17 civili.

A novembre dello scorso anno l'attentato più sanguinoso, con la strage al Bataclan, allo stado de France e davanti a diversi ristoranti e bistrot dell'XI arrondissement, facendo 130 morti.

A inizio mese un terrorista venticinquenne ha ucciso una coppia di poliziotti a Magnaville, a una cinquantina di chilometri da Parigi.

L'attentato è stato poi rivendicato dall'Isis.

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