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Parla la donna che può inchiodare Clinton: "Il presidente e Epstein divisero una suite"

Juliette Bryant, 39enne sudafricana, ha recentemente raccontato degli abusi subiti dal magnate americano Jeffrey Epstein, e della sua amicizia con l'ex presidente Bill Clinton

Parla la donna che può inchiodare Clinton: "Il presidente e Epstein divisero una suite"

Le donne che si stanno facendo avanti come vittime del pedofilo Jeffrey Epstein aumentano sempre di più. L’ultima a raccontare delle violenze subite dal magnate deceduto nel 2019 è Juliette Bryant, 39enne sudafricana, che ha rivelato al Daily Mail dei suoi incontri “horror” con Epstein. La Bryant, che ha deciso di parlare nel 2019, accusando il finanziere di averla violentata, ha affermato di aver conosciuto il ricco americano a settembre 2002 a Cape Town, mentre era impegnato in un viaggio in Sudafrica con l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton. La donna ha rivelato che Epstein e Clinton avrebbero diviso una suite nell’elegante Cape Grace Hotel di Cape Town. Il particolare rivelato dalla Bryant, getta nuove ombre sul rapporto che legava Epstein e l’ex presidente, il quale ha sempre negato di essere stato a conoscenza degli abusi che Epstein commetteva sulle ragazze e che il suo legame con il finanziere era strettamemente professionale.

La sera in cui conobbi Clinton gli diedi la mano e lui la tenne stretta a lungo. Fu come un sogno, fu bizzarro”, ha raccontato la donna, che ha inoltre rimarcato di aver accettato l’invito di Epstein di andare a trovarlo a New York per un lavoro come modella, solo per la sua conoscenza con Clinton. Angela Ureña, portavoce di Bill Clinton, ha negato che il presidente abbia mai condiviso una suite con il pedofilo, ma che da Cape Town si diresse a Johannesburg in giornata. “Il presidente Clinton non era conoscenza dei crimini commessi da Jeffrey Epstein e per i quali fu condannato in Florida e a New York”, ha affermato la Ureña. E ancora: “Nel 2002 e nel 2003 Bill Clinton ha viaggiato quattro volte sull’aereo di Epstein. Una volta in Europa, una in Asia e una in Africa, per la Clinton Foundation”. La portavoce ha inoltre affermato che l’ex presidente “non ha più incontrato Epstein da decenni, non è mai stato sull’isola di Little Saint James, nel ranch in New Mexico o nella sua casa in Florida”.

Il racconto della Bryant ricorda per filo e per segno quelli delle altre vittime del magnate: la proposta di un lavoro come modella, poi l’invito nella lussuosa villa ai Caraibi, l’incontro con Ghislaine Maxwell, infine le violenze inaspettate. “Le cose che accadevamo sull’isola erano così spaventose che non riesco a parlarne”, ha dichiarato la donna. “Si nutriva del terrore di noi ragazze, c’era qualcosa nella paura che gli piaceva”.

La Bryant nelle sue rivelazioni ha infine accusato la “dama nera”, Ghislaine Maxwell, di condurre una specie di “fabbrica dell’orrore”, nella quale una sessantina di ragazze, anche minorenni, venivano spinte dalla donna a prostituirsi con Epstein. “Era come una fabbrica”, prosegue la Bryant, “Epstein mandava avanti una macchina del sesso e la Maxwell era colei che dava gli ordini”.

Ghislaine Maxwell si trova nel Metropolitan Detention Center di Brooklyn con cinque capi d’accusa, tra cui cospirazione nel traffico di minori e adescamento di minori, e rischia fino a 65 anni di prigione.

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