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Passaporti russi per il Donbass. Ira di Kiev: "Sono illegali"

È di nuovo gelo tra Mosca e Kiev per il decreto di Putin che agevola l'ottenimento della cittadinanza russa per i cittadini del Donbass. L'appello del governo ucraino alla comunità internazionale: "Quei passaporti sono illegali"

Passaporti russi per il Donbass. Ira di Kiev: "Sono illegali"

Chi da quasi cinque anni vive nelle trincee delle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk, il passaporto ucraino l’ha stracciato, oppure lo tiene chiuso in un cassetto. Il motivo è che nel Donbass filo-russo tutti sono convinti che dopo la rivoluzione del febbraio 2014 a Kiev siederebbe un Parlamento “abusivo”. Per questo, quando lo scorso 24 aprile il presidente Vladimir Putin, ha firmato il decreto per semplificare le procedure per la concessione della cittadinanza russa ai residenti delle autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, centinaia di apolidi de facto si sono messi in fila negli uffici del servizio immigrazione per ottenere il passaporto con stampata l’aquila bicipite di Pietro il Grande.

La questione, ha chiarito il capo del Cremlino, sarebbe “puramente umanitaria”. “Non abbiamo intenzione di creare problemi con la nuova leadership ucraina – ha spiegato - ma di proteggere le persone che vivono nei territori delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, che sono private dei diritti fondamentali”. L’apertura di un nuovo caso diplomatico, però, era inevitabile. Tanto più che Mosca ha rilanciato qualche giorno dopo, offrendo a tutti i cittadini ucraini un canale privilegiato per ottenere il passaporto russo. Non solo. Putin ha addirittura lanciato l'idea di una "cittadinanza comune" per i due popoli considerati “fratelli”.

Una mossa che non è piaciuta affatto al capo di Stato uscente Petro Poroshenko, che l'ha definita il primo passo per una nuova “aggressione” russa nei confronti del Paese, e neppure al presidente neo-eletto, Volodymyr Zelensky. Il governo ucraino, che ha ottenuto la solidarietà di Stati Uniti ed Unione Europea, ha chiesto alla comunità internazionale di non riconoscere i documenti. Per il premier Volodymyr Groïsman sarebbero “simili a un lascia-passare nazista” e dovrebbero essere considerati illegali. Parole che sono state seguite da una risoluzione dell’esecutivo che obbligherà la polizia di frontiera a non riconoscere come validi i passaporti russi concessi ai cittadini del Donbass. Sul punto, infatti, il ministro degli Esteri, Pavel Klimkin, è irremovibile: di doppia cittadinanza con la Russia si potrà parlare soltanto quando la sovranità ucraina verrà ripristinata sulle regioni del Donbass e sulla Crimea.

Il provvedimento di Kiev, però, non ha fermato le autorità di Mosca, che hanno fatto sapere, tramite il portavoce del Cremlino, Dmitrj Peskov, citato dall'agenzia di stampa Tass, di voler continuare ad emettere i documenti per chi ne farà richiesta.

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