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La Le Pen rinviata a giudizio: aveva parlato contro l'islam

Nel 2010 aveva detto ad alcuni militanti: "La preghiera in strada? È come l'occupazione nazista". Lei attacca: "Processate le mie idee"

La Le Pen rinviata a giudizio: aveva parlato contro l'islam

Brutta tegola per Marine Le Pen, rinviata a giudizio presso il tribunale penale di Lione per "istigazione all'odio razziale".

Il presidente del Front National dovrà comparire dinnanzi ai giudici il prossimi 20 ottobre per alcune frasi pronunciate nel 2010 al termine di un comizio tenuto proprio a Lione. Davanti ai militanti, la Le Pen aveva paragonato le "preghiere in strada" dei fedeli musulmani all'occupazione nazista della Francia.

"Mi dispiace molto, ma per quelli che amano parlare della Seconda Guerra Mondiale, bisogna parlare di occupazione e di occupazione potremmo parlare, per una volta, poiché questa è un'occupazione del territorio - aveva detto la Le Pen tra gli applausi - È un'occupazione di porzioni del territorio, dei quartieri in cui vige la legge religiosa islamica. Certo, non ci sono carri armati e soldati, ma è comunque un'occupazione che grava sugli abitanti."

Queste proposte, racconta Le Monde, erano costate alla Le Pen un'inchiesta preliminare da parte della procura lionese per incitamento all'odio razziale, oltre alle proteste delle associazioni antirazziste.

Dopo che l'indagine era stata chiusa in un primo momento nel 2011, ma una delle associazioni aveva fatto ricorso, provocando l'apertura di un'inchiesta, nel gennaio 2012. L'anno successivo il Parlamento europeo aveva votato per togliere l'immunità al presidente del Front, aprendo la strada per un nuovo provvedimento.

Sentita da Le Monde, la Le Pen si è detta "perseguitata per aver espresso le proprie opinioni" e ha definito uno "scandalo" la decisione dei giudici.

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