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Il politically correct si abbatte anche su Sky. Bollino su film e cartoni

Il colosso della televisione ha inserito delle spiegazioni per molti film e cartoni animati sul fatto che rappresentano "valori obosleti"

Il politically correct si abbatte anche su Sky. Bollino su film e cartoni

"Valori obsoleti". Così Sky "marchia" alcuni film presenti nel suo catalogo che non rispecchiano più i valori più progressisti e politically correct imperanti nella cultura liberal. Pellicole certamente figlie del loro tempo, che hanno però la colpa di non rappresentare abbastanza gli afroamericani o la comunità Lgbt, o che possono essere in qualche modo risultare "offensive" verso una minoranza in particolare. È la degenerazione ideologica del politicamente corretto, che da anni sta imperversando nel mondo dell'intrattenimento e dello spettacolo. Come riporta il Daily Mail, dopo le polemiche che hanno investito Via col Vento, ora nel mirino dei nuovi censori sono finite altre 16 pellicole tra cui classici intramontabili come Aladdin, il Libro della Giungla, Colazione da Tiffany, Aliens di James Cameron e persino Una poltrona per due con Dan Aykroyd ed Eddie Murphy. Ci sono poi Dumbo e L'Ultimo Samurai con Tom Cruise.

Sky Cinema, il servizio cinematografico del colosso televisivo, ha diffuso una dichiarazione rivolta ai suoi abbonati spiegato che le pellicole sopracitate contengono "rappresentazioni culturali che oggi potrebbero risultare offensive". Un portavoce di Sky, citato da Dagospia, ha dichiarato: "Sky si impegna a sostenere l’inclusione sia dentro che fuori dallo schermo. Esaminiamo costantemente tutti i contenuti sui canali di proprietà di Sky e agiremo laddove necessario includendo ulteriori informazioni per i nostri clienti per consentire loro di prendere una scelta consapevole al momento di decidere quali film e programmi TV guardare". Sky segue in realtà quanto già fatto da altre emittenti televisive come la Bbc o il servizio streaming Netflix.

La scure su Aladdin e Dumbo

Aladdin, film d'animazione del 1992 prodotto dalla Walt Disney Animation Studios, è da tempo nel mirino dei censori del politicamente corretto. Innanzitutto la storia è ambientata ad Agrabah, un luogo che secondo i critici fornisce una rappresentazione stereotipata e negativa del Medio Oriente: una storia di fantasia "bianca" accusa il media liberal Bitchmedia, dal "ricco retaggio razzista", dove non c'è "nemmeno un doppiatore arabo". Addirittura, secondo BitchMedia, anche se "la società cristiana superiore non è menzionata direttamente" emerge "in contrapposizione alle brutali raffigurazioni di una cultura ibrida arabo-sudasiatica e alla messaggistica anti-islamica del film". Inoltre in Aladdin " si pronunciano in modo errato le parole arabe tra cui Allah", si "raffigurano scarabocchi senza senso invece della vera scrittura araba" e si codificano "i suoi personaggi per rafforzare gli stereotipi razzisti e islamofobi". L'autore dell'articolo sembra dimenticarsi del fatto che Aladdin non abbia alcuna reale velleità di essere storicamente accurato: è un film per bambini. Sono corrette le forzate e assurde rappresentazioni che il politicamente corretto impone attraverso la presenza di attori afroamericani in pellicole ambientate nell'estremo nord, per esempio?

Un altro classico Disney, "Dumbo", ricorda Dagospia, è stato accusato di contenere stereotipi razzisti sugli afroamericani a quel tempo rappresentati sotto forma di corvi neri. L'uccello principale si chiama Jim Crow, un cenno al segregazionista razzista Jim Crow. Il punto è che parliamo di una pellicola del 1941, pertanto figlia legittima del suo tempo. Come spiega il professor Alessandro Campi, il politicamente è "un movimento di idee nato nei campus americani con l’obiettivo di combattere le discriminazioni contro le minoranze e divenuto una gabbia linguistico-culturale che ormai rischia di soffocare il dibattito pubblico e la stessa ricerca accademica".

E che ora rischia di abbattersi contro i grandi classici per ragazzi, imponendo una nuova neo-lingua.

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