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Premier australiano: "Battaglie femministe non devono danneggiare uomini"

Le parole del primo ministro sono state subito condannate dalle organizzazioni nazionali per i diritti del genere femminile e dagli esponenti dell’opposizione laburista

Premier australiano: "Battaglie femministe non devono danneggiare uomini"

Il primo ministro australiano Scott Morrison ha rilasciato, in concomitanza con la giornata internazionale delle donne, alcune dichiarazioni che hanno subito indignato le associazioni femministe.

Durante un suo intervento a una recente manifestazione dedicata ai diritti delle lavoratrici, svoltasi nell’Australia Occidentale, il premier ha affermato che il cammino delle donne verso la parità di genere non deve assolutamente “danneggiare gli uomini”. Ad avviso del politico conservatore, l’ascesa del genere femminile sul piano dei diritti non deve infatti compiersi “a detrimento del successo conseguito dagli appartenenti all’altro sesso”, bensì si deve sviluppare nel rispetto dell’“ordine sociale consolidatosi finora”.

Morrison ha poi condannato l’idea che i maschi, al fine di contribuire alla realizzazione della piena uguaglianza di genere, debbano cedere alle donne le rispettive posizioni lavorative, bollando tale tesi come “contraria al pensiero liberale”. Egli ha quindi chiarito: “Promuovere le battaglie per i diritti delle donne non significa, a mio modo di vedere, togliere agli uomini i loro incarichi e regalarli poi a queste ultime. Da convinto liberale, non posso assolutamente permettere che le rivendicazioni femministe si traducano in una guerra tra i sessi, nella quale ogni progresso di una parte derivi sempre e soltanto dal peggioramento delle condizioni sociali godute dall’altra.” Il premier ha comunque ribadito la necessità che l’Australia diventi presto un Paese in cui donne e uomini possano godere di uguali opportunità di impiego.

Le parole del primo ministro sono state subito condannate dalle organizzazioni nazionali per i diritti del genere femminile e dagli esponenti dell’opposizione laburista. Le prime hanno etichettato la tesi esposta dal politico conservatore come una vera e propria “intimidazione” verso le donne intenzionate a battersi per il conseguimento della parità di genere. Le associazioni hanno quindi definito Morrison “un bullo”.

Quanto all’opposizione laburista, diversi parlamentari hanno reagito alle esternazioni in questione accusando apertamente il premier di misoginia. Ad esempio, Tanya Plibersek, vicesegretario della forza politica di sinistra, ha dichiarato che, oltre che dalle parole incriminate, il “disprezzo” di Morrison verso la causa dei diritti delle donne si può dedurre anche dai provvedimenti “maschilisti” adottati finora dal governo conservatore di Canberra.

Ad avviso dell’esponente laburista, le politiche propugnate dal primo ministro sarebbero estremamente sfavorevoli alle lavoratrici, in quanto dirette a perpetuare la disparità salariale tra donne e uomini nonché inadeguate a conseguire l’eliminazione di ogni forma di violenza di genere.

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