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Primark si inchina al politically correct: "Genitorialità"

Ora anche la maternità diventa un tabù per il politically correct. Così Primark cambia il nome da "premaman" a "collezione per la genitorialità" scatenando le polemiche del web

Primark cambia il nome alla linea "Premaman": "Per la genitorialità"

Abbigliamento "Premaman"? Un'affermazione non degna del nuovo modo di parlare inclusivo e politicamente correttissimo che rispetta gli orientamento sessuali - o di "genere", come dicono gli intellò - e che Primark ha deciso di cambiare nel segno della cosiddetta "inclusività". E così l'antiquato "Premaman" viene ora presentato come una "collezione per la genitorialità", togliendo ogni riferimento alla maman (mamma) che poteva offendere qualcuno. Perché nel folle mondo del politically correct il concetto di "maternità" diventa qualcosa che non riguarda solo il genere femminile. Chi la pensa diversamente viene immediatamente etichettato come omofobo e retrogado. Come riporta un articolo del Daily Mail, tradotto da Dagospia, il testo del post, pubblicato sulla pagina Instagram di Primark, era questo: "Vi presentiamo la nostra collezione per la genitorialità. Dai vestiti fluttuanti ai semplici capi in jersey, saluta i nostri eroici pezzi di cui hai bisogno per curare il guardaroba della tua gravidanza".

Così Primark strizza l'occhio al politically correct

Alle osservazioni degli utenti, che accusano la nota catena di abbigliamento di aver ceduto alle pressioni del politicamente corretto e di aver compiuto così una scelta ideologica, un portavoce, tentando di dribblare le polemiche, ha risposto: "Crediamo che l'abbigliamento premaman non debba essere concepito per sembrare temporaneo. La nuova collezione non si rivolge solo ai genitori in attesa, ma è stata progettata con cura e attenzione per essere indossata dopo la gravidanza, in modo che tutti possano apparire e sentirsi fantastici a prezzi convenienti".

Gli utenti, tuttavia, rimangono piuttosto perplessi. "Perché chiamarla genitorialità, solo le donne rimangono incinta. Che c’è di male a chiamarla collezione premaman visto che sarà indossata solo dalle madri?" scrive ad esempio uno, mentre un altro ancora incalza: "Gamma di genitori? Per l’amor di Dio". È evidente che Primark con questa mossa ha voluto strizzare l'occhio a quella corrente di (non) pensiero che prende il nome di politicamente corretto e che spopola fra le élite cosmopolite, nei campus universitari, nel mondo dell'ìntrattenimento, del cinema e della cultura. Una visione fanatica che impone nuovi dogmi piuttosto rigidi per ciò che concerne il linguaggio, ma non solo. Affermare l'ovvio - ad esempio, dire in pubblico che solo e soltanto una donna può affrontare la maternità - diventa quasi un tabù, un'escalamazione capace di scatenare accuse di omofobia o chissà cos'altro. Perché alla follia del politicamente corretto non ci può essere una fine.

L'ossessione progressista per il linguaggio neutro

Per qualcuno, addirittura, intitolare a una donna un punto nascite ospedaliero potrebbe risultare estremamente offensivo. Come riporta l'

com/politics/archive/2021/09/pregnant-people-gender-identity/620031/" data-ga4-click-event-target="external" target="_blank" rel="noopener">Atlantic, infatti, il nuovo ospedale di New York dedicato alle future madri si chiama Alexandra Cohen Hospital for Women and Newborns ma per alcune persone l'idea che un ospedale dove nascono i bambini sia dedicato alle sole donne potrebbe risultare offensivo, poiché, spiega la testata progressista, anche le persone transgender e "non binarie" che si identificano come donne potrebbero rimanere incinta e partorire.

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