La US Navy ha ufficialmente ripreso i pattugliamenti marittimi nel Giuk gap. E’ quanto comunica con un Tweet il Comando della Forze Navali Usa in Europa. Un Boeing P-8A, appartenente al Patron Squadron 45 schierato a Sigonella, in Sicilia, ha effettuato operazioni di routine facendo scalo a Keflavik, principale base delle pattuglie MPA durante la guerra fredda dismessa nel 2006. E’ uno dei primi impieghi operativi per uno squadrone equipaggiato con i P-8A Poseidon dopo la transizione dai P-3C Orion.
Durante la guerra fredda, gli aerei da pattugliamento marittimo erano sempre in volo nel Giuk gap, braccio di mare tra la Groenlandia, l’Islanda ed il Regno Unito per la rilevazione acustica dei sottomarini sovietici. Il Patrol Squadron 45 (VP-45), lo scorso settembre è stato schierato in Sicilia a sostegno delle attività della Sesta flotta statunitense. Nella lotta antisommergibile nel Mediterraneo e nel Nord Atlantico, la US Navy utilizza i vettori con capacità Elint, Electronic signals intelligence, schierati in turnazione in quella che è definita Hub of the Med. In contesti particolarmente delicati, i vettori vengono trasferiti presso la base della RAF di Lossiemouth, nel nord della Scozia, per estendere il raggio del pattugliamento marittimo. Il timore degli Usa è rappresentato proprio dall’accesso verso l’Atlantico: la via di rifornimento principale qualora dovesse scoppiare un crisi in Europa. Le flotte Maritime Patrol Aircraft della Nato furono dismesse dopo la fine della guerra fredda.
Lo scorso febbraio, l’Alleanza ha confermato che avrebbe ripreso i pattugliamenti ed utilizzato la piattaforma P-8 per monitorare l’attività sottomarina russa nel GIUK gap. Nell’ambito dell’ European Reassurance Initiative, il Pentagono ha richiesto fondi per riaprire le strutture di Keflavik. Sigonella, in Sicilia, ospita permanentemente una forza di pattugliamento marittimo in rotazione semestrale per monitorare il movimento navale russo nel Mediterraneo. I velivoli schierati nella base siciliana, in attesa che venga ricostruita la forza di pattugliamento marittimo della Nato, effettueranno voli di ricognizione anche nel Giuk gap. Soltanto entro il 2020, il Regno Unito sarà in grado di pattugliare la zona sud che si estende dall’Islanda alla Scozia.
L’attuale capacità Maritime Patrol Aircraft della Nato
Il primo paese a mandare in pensione le piattaforme P-3 Orion fu l’Olanda nel 2003. Tre anni dopo, gli Stati Uniti chiusero la base aerea di Keflavik, luogo chiave per le pattuglie MPA e la rete idrofonica durante la guerra fredda. L’intera flotta MPA inglese fu soppressa nel 2010 a causa di tagli alla spesa militare. Germania, Italia, Francia e Canada, hanno annullato l’acquisto di nuove piattaforme MPA per modernizzare le piattaforme attuali. Quel che resta della capacità MPA della Nato, si basa prevalentemente su velivoli entrati in servizio negli anni ’80. Il Regno Unito ricostruirà la sua capacità MPA entro il 2020 attraverso l’acquisto di piattaforme P-8 Poseidon.
Il Cremlino ha ripreso i pattugliamenti strategici oceanici oceanici e
lungo le latitudini meridionali a copertura di possibili obiettivi: erano stati sospesi dopo il crollo dell’Unione Sovietica. La Russia ha in servizio attivo circa 50 sottomarini. L’Unione Sovietica nel 1957 ne aveva 450.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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