"La nostra collaborazione con la Germania garantisce ai tedeschi circa 300mila posti di lavoro. In mancanza di contratti quei posti di lavoro rischiano però di andare perduti. Certo possono essere trovati nuovi accordi, ma resta da vedere che tipo di accordi saranno. Non è così semplice". Chiamatela minaccia, o semplice consiglio, ma questo manda a dire Zar Vladimir Putin alla signora Angela Merkel alla vigilia del G20 che si apre domani a Canberra.
L'avvertimento del presidente russo è contenuto in un'intervista rilasciata all'agenzia russa Tass poche ore prima di raggiungere i partecipanti al summit australiano. Un summit nel corso del quale Putin si prepara a contrastare a muso duro sia le sanzioni, sia l'eventuale ostilità del blocco occidentale nei confronti della Russia. Nell'intervista - dopo aver spiegato di voler innanzitutto d'incontrare la "Cancelliera" - Putin sottolinea con un pizzico di cinico pragmatismo d'essere ben poco interessato al clima in cui si svolgerà il confronto. "Non ho notato un calo di simpatia (della Merkel ndr) nei miei confronti....anche perché, come tutti sanno, quel che ci guida sono gli interessi e non la simpatia o l'antipatia....proprio per questo non prevedo sostanziali cambiamenti o alterazioni nella natura dei nostri rapporti". Come dire cara Merkel alla fine è con il nostro gas e il nostro mercato che dovrai fare i conti e non con quello che ti chiedono i tuoi alleati americani.
Ma la vera sciabolata è diretta ad Obama.
Alla vigilia di un G20 finalizzato a stabilizzare i mercati e armonizzare gli squilibri creati dalle economie emergenti Putin annuncia un'iniziativa capace di far tremare l'America e ridurre la sua influenza finanziaria sul fronte cruciale dei mercati energetici. "Stiamo cercando di prendere le distanze dalla dittatura del mercato che obbliga a trattare in dollari tutti gli scambi petroliferi, stiamo spingendo il più possibile per garantire l'uso delle valute nazionali come il rublo e lo yuan - spiega Putin rivelando alcune delle possibili intese con Pechino discusse durante il recente viaggio in Cina. Proposte che se trasformate in accordi reali e concreti rischiano di rivelarsi una vera bomba atomica finanziaria capace di marginalizzare l'intero sistema economico finanziario statunitense. Ovviamente a far da spartiacque tra le minacce e la realtà c'è l'atteggiamento che Obama sceglierà di adottare sul fronte dell'Ucraina e delle sanzioni alla Russia. Pur annunciando di non voler sollevare l'argomento durante gli incontri di Canberra il presidente fa capire di considerare assolutamente illegali le misure economiche varate da Stati Uniti e Unione Europea dopo la crisi ucraina. "Le sanzioni contro la Russia - spiega il presidente nell'intervista - violano tutti gli accordi e i regolamenti internazionali perché solo il Consiglio di Sicurezza dell’Onu può varare sanzioni. ....
questo magari può far qualche danno a noi, ma mina soprattutto la credibilità degli Usa perché compromette il sistema di rapporti internazionali".Washington e Berlino sono insomma avvisate. L'incontro di Canberra è l'ultima occasione per evitare una reazione che rischia di affossare il mercato del lavoro tedesco e far tremare i mercati finanziari ed energetici.
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