Ieri sera un vasto incendio ha devastato il museo nazionale di Rio de Janeiro, che iospita oltre 20 milioni di reperti dell'epoca imperiale brasiliana.
Erano le 19.30 locali (le 20.30 in Italia) quando le fiamme hanno iniziato ad avvolgere la struttura. Il museo a quell'ora era già stato chiuso al pubblico, di conseguenza l'incendio non ha causato vittime o feriti, ma una "incalcolabile perdita", dato che il rogo ha ridotto in cenere "duecento anni di lavoro, ricerca e conoscenza", come precisato da Michel Temer, il presidente del Brasile.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno lavorato fino alle 5 del mattino seguente, nel tentativo di fermare le fiamme. Insieme a loro, ha assistito alla scena l'ex direttore del museo, Josè Perez Pombal, che ha dichiarato: "Non resterà più nulla". Le speranze che qualche reperto si salvi sono nulle: "Non ci sarà più niente, le fiamme sono così alte e il fuoco è ovunque, il palazzo brucerà tutto e anche le collezioni, le mummie, tutto". Non è nemmeno sicuro che l'istituzione continuerà a esistere, una volta domato l'incendio. A detta del vicedirettore del museo, la colpa sarebbe dello Stato, che ha fatto mancare "il sostegno", portando alla "tragica situazione".
Il museo nazionale di Rio de Janeiro era stato inaugurato nel 1818 e da allora aveva accumulato una collezione di 20 milioni di pezzi, tra cui fossili animali imbalsamati, utensili indigeni e mummie: è considerato il più grande al mondo per collezione esposta.
Tra i reperti esposti nelle sue sale c'era anche il cranio di Luzia, una donna che ha vissuto nell'attuale territorio brasiliano 11.500 anni: si tratta del fossile più antico dell'America Latina, oltre che di uno dei più importanti reperti archeologici del continente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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