Istanbul - In un momento storico in cui l'estremismo islamico fa parlare di sè in tutto il mondo dichiarando guerra all'Occidente a suon di decapitazioni di civili, in Turchia si assiste alla progressiva sovrapposizione della cultura religiosa sulle istituzioni laiche, o almeno al suo tentativo. D'altronde era da prevedere, almeno dalla scorsa estate. Dopo l'elezione plebiscitaria del nuovo lider maximo Erdogan, salito al potere quasi assoluto lo scorso 10 agosto, i nodi cominciano a venire al pettine nella terra della discordia, da sempre in bilico tra Occidente e Oriente.
Il primo caso è avvenuto lo scorso maggio, quando all'Università di Samsun il Rettore della Facoltà di Medicina Haidar Sachinoglou (marito di un vecchio deputato del Akp, il partito di Erdogan) ha alterato dopo 2500 anni il giuramento di Ippocrate, impegno prestato dai medici-chirurghi e odontoiatri prima di iniziare la professione. Durante la cerimonia di laurea gli studenti sono stati infatti indotti a giurare sul dio islamico Allah e non sull'antico medico greco, considerato universalmente il padre della medicina moderna. «Giuro che non lascerò che tra me e il mio paziente entrino differenze come religione, nazionalità, tendenza politica», questa la frase «incriminata» rimossa pubblicamente dal dottor Sachinoglou e sostituita con «Io giuro in presenza di Allah di occuparmi dei pazienti». Come se da noi i medici giurassero su Dio, affidando la cura dei pazienti ad un'entità ultraterrena e non alla terapia clinica. Uno scontro titanico tra scienza e religione oltre ogni immaginazione.
Il caso accaduto a Samsun, città del nord della Turchia che affaccia sul Mar Nero a 400 km dalla capitale Ankara, ha fatto enorme scalpore in tutto il Paese proprio per la progressiva invadenza della cultura religiosa nel mondo scientifico. Ed è in effetti una novità che gli stessi addetti ai lavori mettano in discussione uno dei paradigmi fondamentali della propria professione. Non ha soltanto un valore simbolico, ma è piuttosto indicatore di una sorta di invadenza islamica che si affaccia alle porte dell'Europa. Quella stessa Europa di cui la Turchia vorrebbe far parte dal 1987, ma a modo suo, cancellando il laicismo e guardando ad Oriente.
La notizia è stata diffusa in esclusiva dal corrispondente da Samsun per OdaTv Bülent Karslioglu ed è subito rimbalzata sulla stampa di tutto il mondo, con allegato il video Youtube che prova l'accaduto. «Senza dubbio - ci ha riferito Karslioglu - quel caso è un riflesso significativo dell'attuale potenza, sia politica che religiosa, impregnata all'interno della comunità turca». Oggi l'episodio, condannato dai partiti laici dell'opposizione, è all'ordine del giorno delle disquisizioni istituzionali e alcuni movimenti studenteschi hanno anche chiesto le dimissioni del rettore e promesso manifestazioni all'inizio dell'anno accademico.
Lo scoop di Karslioglu ha però avviato un dibattito politico più generale. «La questione è culturale - continua il giornalista turco - Nel 2002 le persone hanno rifiutato la Turchia contemporanea e hanno chiesto di creare un nuovo Paese, indipendente. La domanda allora è: quale tipo di Turchia vogliamo? I fatti di Samsun devono essere interpretati proprio in questo modo. Che Turchia sarà quella che ha fatto giurare i suoi nuovi medici su Allah?». Un episodio singolo, un'eccezione, si potrà dire. E invece lo stesso spettro si ripresenta poche settimane fa, quando nel distretto di Esenler ad Istanbul, capitale culturale ed economica del Paese, medici ed infermieri hanno rifiutato di pronunciare il giuramento di Ippocrate, promettendo genericamente, invece, di «soddisfare» i propri pazienti. In quel caso, quantomeno, non vi è stata traccia di Islam e di Allah nelle parole dei operatori del settore, ma si tratta dell'ennesima conferma che siamo in presenza di sistematiche attitudini sociali, tese a distaccarsi dalla cultura occidentale e laica. Ippocrate è d'altronde considerato il primo ad aver separato la medicina dalla religione e ad aver ricercato le cause delle malattie non nel soprannaturale ma nel razionale. E il suo rifiuto da parte di intere comunità di medici non può far altro che far riflettere, non soltanto sui risvolti interni al Paese, ma anche e soprattutto sulle relazioni internazionali che ne scaturiranno.
Perchè
questa Turchia, una nazione di 71 milioni di persone per la maggior parte musulmani, con una cultura religiosa di questo genere che si diffonde a macchia d'olio, potrebbe prima o poi entrare a far parte dell'Unione Europea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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