Dopo aver trascorso trenta giorni in carcere l'attivista Alexei Navalny, oppositore di Putin, torna in libertà. Era stato condannato lo scorso 15 maggio per aver preso parte ad una marcia di
protesta non autorizzata, che aveva organizzato il 5 maggio per protestare contro l'insediamento di Putin alla presidenza, la censura sul web e la corruzione, dopo la rielezione alle presidenziali di marzo. In occasione delle manifestazioni di protesta la polizia aveva fermato circa1600 persone.
Non è la prima volta che navalny finisce in carcere. Quarantadue anni, segretario del Partito del Progresso e presidente della Coalizione Democratica, la formazione politica un tempo copresieduta con Boris Nemtsov, assassinato nel febbraio 2015.
A Mosca il 5 maggio erano scesi in piazza anche i gruppi di sostenitori pro-Cremlino del movimento Nod (Movimento di liberazione popolare), in un duro scontro a suon di slogan e striscioni contro i manifestanti anti-Putin. I cori più scanditi erano stati questi: "Putin, patria, libertà", urlato dai nazionalisti. "Russia senza Putin" la replica dei dissidenti. Erano stati fermati anche cinque giornalisti.
La notizia degli arresti era stata duramente criticata dall'Ue: "Anche se alcune delle manifestazioni non erano autorizzate - aveva detto l'Alto rappresentante Federica Mogherini - questo non può giustificare la brutalità della polizia e gli arresti di massa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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