Divieto di ingresso e sanzioni contro le persone. Tra Occidente e Russia la guerra si gioca soprattutto sotto il profilo della minaccia alle personalità più in vista. La Russia ha imposto sanzioni contro 29 funzionari, imprenditori e giornalisti Usa, tra cui la vicepresidente Kamala Harris e l'ad di Meta, Mark Zuckerberg. Il ministero degli Esteri di Mosca definisce il provvedimento «la risposta alle sanzioni anti russe» decise dall'amministrazione Biden, e oltre alla numero due della Casa Bianca colpiscono anche suo marito Douglas Emhoff, il capo di gabinetto della Casa Bianca Ron Klain, il politologo Robert Kagan, il ceo di Bank of America Brian Moynihan e i giornalisti David Ignatius e George Stephanopoulos. Altre sanzioni sono state decise contro 61 cittadini canadesi, anche in questo caso in risposta alle sanzioni imposte dal Paese nordamericano, tra cui «il divieto di ingresso in Canada e altre misure discriminatorie nei confronti di funzionari, militari, esperti e giornalisti russi». A queste 61 persone è vietato a tempo indeterminato l'ingresso nella Federazione russa. Tra loro figurano il generale Steve Boivin, a capo del comando per le operazioni speciali delle forze canadesi, il governatore della Banca Centrale Tiff Macklem e i sindaci di Toronto e Ottawa, John Tory e Jim Watson.
L'Europa non sta a guardare. Il Consiglio Ue ha inserito nel lungo elenco di sanzionati per l'annessione illegale della crimea anche l'imprenditore russo Yevgeniy Viktorovich Prigozhin, noto come il «cuoco di Putin». «Prigozhin è un importante uomo d'affari russo con stretti legami con il presidente Putin e il ministero della Difesa russo. È il fondatore e capo non ufficiale del Gruppo Wagner, un'entità militare senza personalità giuridica con sede in Russia, responsabile del dispiegamento dei mercenari del Gruppo Wagner in Ucraina», spiega il Consiglio. «Alcune delle sue società hanno beneficiato di ampi contratti pubblici con il ministero della Difesa russo in seguito all'annessione illegale della Crimea da parte della Russia e all'occupazione dell'Ucraina orientale da parte dei separatisti sostenuti dalla Russia», aggiunge. Oltre a Prigozhin è stato inserito nella blacklist anche Serhiy Vitaliyovich Kurchenko, cittadino ucraino, che, tra le altre azioni, «ha preso il controllo di diversi grandi impianti metallurgici, chimici ed energetici nelle aree controllate dai separatisti con il sostegno dei separatisti filo-russi». Inoltre, «Serhiy Kurchenko ha rafforzato le forniture elettriche indipendenti della penisola di Crimea ed è proprietario del più grande deposito di petrolio della penisola di Crimea».
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