Russia, testimone di Geova condannato a sei anni per "estremismo"

Il tribunale di Oryol ha condannato a sei anni di detenzione un cittadino danese, a capo della comunità religiosa, già messa al bando nel 2017. Il ministro degli Esteri della Danimarca esprime preoccupazione per il caso

Russia, testimone di Geova condannato a sei anni per "estremismo"

È stato condannato a sei anni di detenzione per "estremismo", essendo il leader di un gruppo religioso. È accaduto in Russia, dove il cittadino danese Dennis Christensen, capo della comunità di testimoni di Geova di Oryol, una piccola città a 400 chilometri da Mosca, è stato punito da un tribunale, con la reclusione. A riferirlo all'AFP, uno dei portavoce dei testimoni di Geova in Russia, Yaroslav Sivulskiy.

Si tratta della prima condanna di questo tipo dopo che, nel 2017, la Corte Suprema russa aveva dato ragione al ministro della Difesa, mettendo fuori legge il gruppo religioso.

L'arresto di Christensen

Il capo della comunità è stato arrestato il 25 maggio del 2017, durante una lettura della Bibbia. In quella circostanza era stato accusato d'aver messo in piedi un'organizzazione estremista. Ma già l'anno prima, nel 2016, le autorità avevano dichiarato il gruppo religioso come estremista e ne avevano bandito le attività. Secondo quanto riportato dal quotidiano Vedomosti, nonostante il divieto, Christensen era rimasto al vertice del movimento religoso, coordinandone i lavori.

I testimoni di Geova fuori legge

Da tempo, i testimoni di Geova, sarebbero oggetto di una sorta di persecuzione, iniziata durante gli anni dell'Unione Sovietica, che li aveva dichiarati illegali, recludendone alcuni in Siberia. Il divieto era poi stato abolito al crollo del sistema sovietico, nel 1991. Le restrizioni si sono intensificate negli anni 200 e diversi tribunali, a livello regionale, ne avevano proibito le attività, fino a quando, nel 2017, non è arrivato il bando nazionale emesso dal ministero di Giustizia. L'accusa è di "violazione dei diritti delle persone non credenti" attraverso "tentativi di entrare nelle loro residenze per pregare e compiere attività di evangelizzazione invadenti".

La notizia della condanna ha subito provocato la reazione della

Danimarca, dove il ministro degli Esteri, Anders Samuelsen, ha espresso "profonda preoccupazione" e ha chiesto a Mosca di rispettare la libertà religiosa. Entro 10 giorni, la comunità presenterà un ricorso.

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