
Il nuovo intercettore SM-3 Block IIA ha mancato il missile bersaglio, il test si è rivelato un fallimento. Finora non è chiaro cosa sia successo, lo Standard Missile 3 Block IIA è un sistema in via di sviluppo. In futuro armerà anche le batterie dello scudo missilistico Ashore in Europa orientale.
“La Missile Defense Agency e la US Navy che presidiano l’Aegis Ashore Missile Defense Test Complex (AAMDTC) hanno condotto un test missilistico con l’intercettore SM-3IIA lanciato dal Pacific Missile Range Facility a Kauai, nelle Hawaii”. La CNN è stata la prima a riportare il fallimento del test. La Missile Defense Agency avrebbe preferito non commentare a causa della partecipazione della Corea del Nord ai prossimi Giochi olimpici e delle continue tensioni con il leader Kim Jong Un.
In base ai dati ufficiali si tratterebbe del quinto test di volo per il sistema SM-3 Block IIA, il terzo contro un bersaglio che simulava un missile balistico nemico. Il missile, sviluppato da Raytheon, è un progetto congiunto tra Stati Uniti e Giappone per contrastare le crescenti minacce balistiche provenienti dalla Corea del Nord. Nel secondo test avvenuto il 26 giugno scorso, il cacciatorpediniere USS John Paul Jones (DDG-53), terzo della classe Arleigh Burke su sistema di combattimento Aegis Baseline 9.C2, non è riuscito ad intercettare un missile balistico a medio raggio lanciato dalle Hawaii. Soltanto nel primo test avvenuto un anno fa ed eseguito dalla medesima unità, l’intercettore ha colpito il bersaglio. La USS John Paul Jones è la piattaforma per i test di intercettazione della US Navy subentrata alla USS Lake Erie (CG-70) classe Ticonderoga. Sia che abbiano successo o meno, questi lanci sono necessari per lo sviluppo del sistema d’arma. Il fallimento del test di questa notte non si deve tradurre in totale insuccesso del programma, ma sottolinea le difficoltà nel sviluppare questa tecnologia e di quanto sarebbe incosciente affidarsi ad essa (attualmente) come parte di qualsiasi azione militare contro la Corea del Nord.
Boost Phase Intercept
Il ciclo missilistico è diviso in tre fasi: spinta, manovra nello spazio e terminale. Tutti gli asset (Usa, Nato, Russia) concepiti per ridurre la percentuale dei missili in entrata e per garantire la rappresaglia, si basano sul lancio di intercettori. Sistemi come i Patriot, THAAD e Aegis sono progettati per intercettare i missili balistici intercontinentali nella seconda e terza fase del volo. Il Ground-Based Midcourse Defense ed i missili SM-3 sono progettati per colpire i missili nello spazio. Il Kinetic Kill del Terminal High Altitude Area Defense o THAAD, così come la versione Patriot, PAC-3 del Ballistic Missile Defense, sono ritenuti in grado di distruggere un missile balistico a medio e corto raggio grazie all’energia cinetica da impatto nella sua fase terminale, in prossimità del suo obiettivo. Nella Boost Phase Intercept, l’intercettazione del missile avviene nella fase iniziale di spinta ed accelerazione, nei secondi in cui l’ICBM è facilmente rilevabile dai sensori infrarossi e non ha ancora attivato le contromisure destinate alle testate in rientro. Il problema con la fase di spinta è che le difese devono reagire molto rapidamente. Ciò significa che il sistema d’arma dovrà essere il più vicino possibile al territorio nemico. Tuttavia, la maggior parte dei missili balistici moderni si basano su lanciatori mobili, rendendo difficile la loro identificazione.
I sistemi Patriot sono concepiti per proteggere aree relativamente piccole come porti o strutture sensibili. Il THAAD è progettato per difendere un’area più vasta mentre Aegis potrebbe teoricamente difendere migliaia di chilometri quadrati. Per garantire un finestra utile di tiro e tentare di intercettare quel missile nella sua fase di spinta, l’Aegis si dovrebbe trovare vicino al punto di lancio. Intercettazione che, lo ricordiamo, non è mai stata effettuata in una situazione reale di combattimento. THAAD, Patriot ed Aegis, hanno dimostrato affidabilità nei test, ma per lo più contro bersagli a breve distanza ed in condizioni ottimali.
La griglia di difesa hit-to-kill
L'architettura Aegis è strutturata su 33 navi equipaggiate con intercettori SM-2, SM-3, SM-6. L’SM-6 diventerà il pilastro della flotta, mentre ad oggi il sistema di difesa balistica si basa sull’intercettore SM-3. Tuttavia, tali sistemi di difesa, così come abbiamo sempre rilevato, hanno limitate capacità di intercettazione ed in ogni caso contro una manciata di missili all’interno della loro zona di difesa. La griglia missilistica di difesa non è assolutamente progettata o posizionati per difendere l'oceano aperto. Non esistono batterie THAAD in Giappone, mentre anche le batterie Patriot sono progettate per intercettare i missili a corto raggio durante la loro fase terminale. Gli SM-3 potrebbero colpire un missile della Corea del Nord, ma incrociatori e i cacciatorpediniere Aegis dovrebbero trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Sarebbe opportuno rilevare, che gli attuali intercettori Aegis sono stati testati con successo solo una volta contro un obiettivo di classe IRBM.
L’intercettore SM3-IIA
L’SM3-IIA in fase di sviluppo da parte di Stati Uniti e Giappone garantirà nuove capacità rispetto ai sistemi IRBM, ma non è stato ancora schierato. L'idea alla base di questo accordo di condivisione dei rischi è che, una volta operativo, il missile equipaggerà le cacciatorpediniere Aegis di entrambi i paesi e le batterie Ashore a terra del Giappone e nell’Europa orientale. La piattaforma Aegis Ashore si basa sul Vertical Launching System MK-41, sistema universale di fuoco rapido contro le minacce ostili. E’ una piattaforma standard in grado di lanciare svariati vettori, compresi i missili da crociera (quindi non solo intercettori di difesa SM-3).
Gli intercettori esoatmosferici SM-3 sono progettati per colpire i missili balistici con una portata di 1.350 miglia nautiche. Rispetto alla precedente versione, la variante SM-3 Block IIA (non ancora entrata in servizio) implementa un intercettore esoatmosferico più grande (evidenziati possibili problemi di compatibilità con i lanciatori Mark 41) e maneggevole, con maggiore autonomia ed un nuovo sistema di puntamento a infrarossi con avanzate capacità di discriminazione del bersaglio. Rispetto ai suoi predecessori, l’SM-3 Block IIA trasporta più carburante, garantendo maggiore velocità ed autonomia. L’intercettore è stato progettato principalmente per affrontare i missili balistici a raggio intermedio (IRBM), anche se in futuro ed in determinate condizioni potrebbe essere rivolto contro gli ICBM.
Dal 2000 ad oggi la Marina ha ufficialmente intercettato 27 dei 37 bersagli. Tuttavia tali dati andrebbero analizzati con la giusta chiave di lettura poiché annoverano anche le simulazioni in laboratorio che, ovviamente, non rappresentano contesti operativi.
L’intercettore SM-6
Il sistema d’arma endoatmosferico SM-6 è progettato per intercettare i missili balistici durante la fase terminale di volo con una portata di circa 380 km. L’SM-6 combina la propulsione e l'avionica dell’SM-2 con un cercatore avanzato a medio raggio. La Marina militare statunitense ha lanciato un missile SM-6 Dual-1 del programma del Sea-Based Terminal per la prima volta nel luglio del 2015, intercettando e distruggendo un bersaglio balistico a corto raggio in mare negli ultimi secondi di volo. E' stato testato nuovamente nel dicembre del 2016, distruggendo con successo un bersaglio balistico a medio raggio in mare. Il sistema può essere impiegato nella lotta anti-aerea, nella difesa missilistica balistica terminale e contro obiettivi di superficie. Il 30 maggio scorso, gli Stati Uniti sono riusciti ad intercettare per la prima volta un bersaglio che ha simulato per velocità e portata un missile balistico intercontinentale (ICBM) nordcoreano. Raytheon ha già consegnato più di 330 missili SM-6 con linea di produzione pienamente operativa.
Le difficoltà dello scudo missilistico Aegis
Il 28 agosto scorso la Corea del Nord ha lanciato da un sito vicino Pyongyang, un missile balistico intermedio Hwasong-12. Il vettore ha attraversato il Giappone settentrionale ad un'altitudine stimata di 550 chilometri prima di precipitare nell'Oceano Pacifico, a circa 1.180 chilometri ad est di Hokkaido. Il missile è stato rilevato pochi secondi dal lancio dalla griglia ad infrarossi Usa. Sarebbe opportuno sottolineare che le navi Aegis posizionate nel Mare del Giappone a protezione dei centri abitati e asset militari critici contro vettori SRBM / MRBM non avrebbero probabilmente potuto impegnare un IRBM nel nord del Giappone. L’SM-3, lo ricordiamo, non è mai stato testato contro un veicolo di rientro nell'atmosfera terrestre. Potrebbe essere possibile, ma non è mai stato testato. Una seconda linea di difesa è garantita dai missili Patriot PAC-3 schierata nella base di Chitose, Hokkaido.
Ma perché gli intercettori non sono stati lanciati?
La risposta è semplice. Colpire o meglio tentare di intercettare un vettore con traiettoria definita inoffensiva dal Norad, potrebbe essere interpretato come un atto provocatorio ed innescare una reazione della Corea del Nord. Se gli intercettori avessero fallito, l’intera architettura di difesa missilistica statunitense sarebbe stata messa in discussione dall’opinione pubblica in patria e dagli alleati. Parliamo di investimenti miliardari. In definitiva, le difese missilistiche di oggi possono essere superate facilmente sia dal numero di vettori che dalle contromisure, mentre gli intercettori, molto costosi, dovrebbero essere lanciati comunque a sciame per garantire una ragionevole probabilità di intercettazione. In ogni caso la disponibilità degli intercettori resterà sempre esigua e non potrebbe in alcun caso fare nulla contro un attacco di saturazione.
In conclusione. Se il missile lanciato il 28 agosto scorso fosse stato ritenuto una minaccia credibile per gli Stati Uniti o per il Giappone, l’intercettazione sarebbe stata tentata. L’SM-3 tra il gennaio del 2002 ed il 14 agosto scorso ha colpito 29 volte il bersaglio su 37 test reali. La liceità di un’intercettazione non può essere soggetta ad interpretazioni, tranne nel caso in cui Stati Uniti e Giappone dovessero adottare nuove politiche di ingaggio contro diversi tipi di missili e traiettorie. Sarebbe una scelta politica deliberata.
La Corea del Nord si prepara a celebrare le forze armate
Così come annunciato lo scorso 23 gennaio dal Partito dei Lavoratori, giovedì prossimo 8
febbraio si svolgerà in Corea del Nord una maestosa parata militare per celebrare le Forze armate del paese, precedentemente fissata al 25 aprile. 24 ore dopo inizieranno le Olimpiadi invernali di Pyeongchang, in Corea del Sud.