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Siria, il ritiro dei jet russi sarà completato fra tre giorni

Viktor Bondarev, comandante in capo delle Forze aerospaziali russe, annuncia che il ritiro dei jet russi sarà completato secondo i tempi previsti dal ministero della Difesa. E Putin avverte: se fosse necessario, la Russia può rischierare il proprio contingente in Siria entro poche ore

Siria, il ritiro dei jet russi sarà completato fra tre giorni

Il ritiro della task force aerea schierata da Mosca in Siria “sarà completato prestissimo”. La promessa è del ministero della Difesa di Mosca, il quale ha comunicato che entro due o al massimo tre giorni, tutti i bombardieri russi impegnati nei raid contro il Califfato in Siria, faranno rientro in territorio russo.

A confermarlo è Viktor Bondarev, il comandante in capo delle Forze aerospaziali russe, in un’intervista al quotidiano Komsomolskaya Pravda. Secondo Bondarev, infatti, la missione sarà completata “entro i termini definiti dal capo di Stato maggiore e dal ministro della Difesa”. “Oggi o domani, da qui a due o tre giorni, avremo eseguito la missione", ha quindi confermato Bondarev.

Il comandante delle forze aerospaziali russe ha inoltre reso noto che 242 militari sono già stati premiati con onorificenze statali per aver partecipato all’offensiva aerea contro lo Stato Islamico in Siria, lanciata il 30 settembre scorso. In tutto, ha fatto sapere Bondarev, dai 500 ai 700 uomini saranno decorati dal capo della Federazione Russa per aver preso parte alle operazioni militari in Siria, e molti dei piloti che hanno partecipato ai raid contro il Califfato saranno promossi a ranghi maggiori nella gerarchia militare.

La Difesa di Mosca ha inoltre ribadito che le due strutture militari russe presenti in territorio siriano, la base aerea di Hmeimim, nella provincia di Latakia, e la base navale di Tartus, nei pressi di Homs, continueranno ad operare normalmente, come accadeva prima del dispiegamento del contingente aereo schierato in supporto di Damasco. Il cessate il fuoco in vigore nel Paese, infatti, non si applica ai gruppi terroristi tuttora operanti in Siria, come Isis e al Nusra, contro i quali la Russia continuerà a fornire supporto militare al governo siriano. "Se fosse necessario", ha infatti dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, giovedì mattina nel corso della cerimonia di premiazione dei militari russi al Cremlino, la Russia "può tornare a rafforzare la sua presenza militare in Siria nel giro di poche ore, portandola al livello richiesto dalla situazione in corso".

Il ritiro delle forze aeree di Mosca dalla Siria era stato annunciato lunedì, a seguito di un vertice fra il presidente Putin e il ministro della difesa Sergej Shoigu, ed è stato seguito, il giorno successivo, dall’effettiva partenza del primo gruppo di caccia bombardieri dalla base aerea di Hmeimim. La decisione del ritiro delle truppe russe è stata accolta con favore dalle Nazioni Unite, dall’opposizione siriana giunta a Ginevra per i colloqui di pace e dagli altri partner internazionali. La mossa di Mosca ha gettato inoltre le basi per un più profondo dialogo con i partner americani. Russia e Stati Uniti, infatti, si sono trovati d'accordo sulla necessità di mettere in atto un maggior coordinamento per la cessazione delle ostilità in Siria.

Proprio di questo, probabilmente, si discuterà durante la visita del segretario di Stato americano John Kerry a Mosca, in programma per la prossima settimana.

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