Siria, la fragile tregua. Scoppia autobomba. I turchi bombardano i curdi

Poche ore dopo l'entrata in vigore della tregua tra regime e opposizione due persone sono rimaste uccise dopo l'esplosione di un'autobomba a Salamiyeh

Siria, la fragile tregua. Scoppia autobomba. I turchi bombardano i curdi

Tutti si chiedono: reggerà la tregua in Siria? Alla mezzanotte in punto di venerdi (le 23 in Italia) le armi hanno smesso di farsi sentire. Secondo quanto riferito dal capo dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahman, la calma prevale su tutti i fronti dopo che il cessate il fuoco - negoziato da Russia e Stati Uniti e accettato da un centinaio di gruppi dell'opposizione e dal regime di Bashar al Assad - è entrato in vigore. "Dopo mezzanotte - ha detto Rahman - non abbiamo registrato alcun bombardamento o combattimeno ad Hama, Homs, Lattakia, ad Aleppo e Daraa". L'inizio, dunque, sembra incoraggiante. Ma la tv di Stato siriana rivela che stamani è esplosa un’autobomba alle porte della città di Salamiyeh, nella parte centrale del Paese: hanno perso la vita due persone. Finora l'attentato non è stato rivendicato. L'agenzia Sana ricorda che la città, controllata dalle forze governative, è circondata da postazioni dello Stato islamico e dal Fronte al-Nusra, entrambi esclusi dalla tregua entrata in vigore a mezzanotte.

L’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) afferma che l’artiglieria turca ha nuovamente bombardato le forze curde dell’Ypg, che nella provincia di Raqqa combattono l’Isis in una regione verso il confine turco. Da parte sua, il gruppo islamista ribelle Jaish al Islam afferma che elicotteri governativi hanno sganciato due barili bomba sulle sue postazioni vicine a Damasco. Secondo diverse fonti, tuttavia, la cessazione delle ostilità sembra tenere nonostante queste violazioni. La tregua non riguarda i combattimenti contro l’Isis e il Fronte al Nusra, considerati sia dalla Russia sia dagli Usa come organizzazioni "terroriste". Nella provincia di Raqqa gli scontri oppongono i curdi dell’Ypg ai miliziani dello Stato islamico intorno alla cittadina di Tal Abiad, a nord del capoluogo. Mentre continuano i combattimenti tra l’esercito siriano e l’Isis a sud della cittadina di Khanaser, lungo la strada che collega Aleppo al resto dei territori sotto il controllo governativo, che nei giorni scorsi era stata interrotta da un’offensiva dei jihadisti. Secondo l’Ondus sono due militari le persone uccise da un’autobomba esplosa stamane a Salamiyeh, nella provincia di Hama. La stessa ong attribuisce la responsabilità dell’attentato all’Isis.

Iintanto a New York il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto il rispetto della tregua e ha annunciato un nuovo round di negoziati di pace tra il governo e l’opposizione per il prossimo 7 marzo.

Dopo una giornata di intenso martellamento dell’aviazione russa, allo scoccare della mezzanotte le armi si sono fermate in tutta la periferia della capitale e più a nord, nella città di Aleppo, ormai devastata. L’inviato speciale dell’Onu, Staffan de Mistura, ha annunciato che i colloqui di pace riprenderanno il 7 marzo se l’accordo tiene e se saranno consegnati gli aiuti umanitari (un punto fondamentale nei negoziati di pace). Gli scontri sembrano essersi "placati", ha detto il diplomatico italo-svedese, incontrando la stampa poco dopo la mezzanotte. "La cosa importante - ha aggiunto - è che (eventuali) incidenti (che interrompano il cessate-il-fuoco) vengano riportati immediatamente sotto controllo e contenuti. In tutte le tregue che ho visto in qualunque tipo di conflitto - ha spiegato, collegato via conferenza da Ginevra con l’Onu - c’è una grande probabilità di difficoltà, create da aggiustamenti, tensioni e incidenti".

Secondo l’Osservatorio l’aviazione russa, alleata del regime di Assad, non ha compiuto alcuna incursione dalla mezzanotte; ci sono stati però alcuni scontri intermittenti tra le forze lealiste e i jihadisti dell’Isis e del Fronte al-Nusra. I jihadisti si sono scontrati anche contro le forze curde nella provincia di Raqqa. De Mistura ha detto che si indagherà sull’accaduto. La tregua, appoggiata dal una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu varata nella notte, è la prima in cinque ani di sanguinosa guerra civile che ha fatto almeno 270mila morti e cerca di favorire una soluzione politica alla guerra.

La risoluzione è stata approvata meno di un’ora prima dell’inizio del cessate-il-fuoco, con un voto all’unanimità dopo discussioni e trattative fino all’ultimo minuto tra Usa e Russia. Il testo dà il benvenuto agli impegni delle parti per fermare la violenza e sottolinea la necessità che tutti consentano la consegna immediata degli aiuti umanitari a tutta la popolazione, compresa quella che si trova nelle aree assediate. La tregua è stata accettata da 97 gruppi armati e dal governo di Damasco ed esclude esplicitamente le organizzazioni terroristiche, Isis e Fronte al-Nusra.

De Mistura ha spiegato che una speciale task-force dell’Onu si incontrerà oggi a Ginevra per monitorare il cessate il fuoco. Gli Usa e la Russia si occuperanno, con l’aiuto dell’Onu, di vigilare sul rispetto della tregua e della gestione dei problemi che potranno sorgere: per questo sono stati creati centri di raccolta dati a Mosca, Washington, Latakia (in siria) e Amman, che raccoglieranno informazioni su eventuali violazioni.

Obama: no illusioni, dipende dalla Russia

"Non ci facciamo illusioni" sul cessate il fuoco, dice il presidente Usa Barack Obama: "Ci sono molti motivi per essere scettici. Nella migliore delle circostanze, la violenza non si fermerà subito. Agli aiuti umanitari deve essere consentito di raggiungere le aree sotto assedio".

Obama sottolinea che nella tregua "molto dipende da se il regime siriano e la Russia manterranno i propri impegni. L’unico modo per sconfiggere l’Isis è mettere fine alla guerra civile e al caos in Siria, sotto il quale l’Isis prospera".

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