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"Spiati politici e giornalisti": e il Watergate greco travolge il premier Mitsotakis

In Grecia scoperta una rete di spionaggio che avrebbe controllato 14mila persone, tra le quali il leader socialista Androulakis. Bufera sul premier, lui: "Non sapevo"

"Spiati politici e giornalisti": e il Watergate greco travolge il premier Mitsotakis

Una fitta rete di spionaggio avrebbe tenuto sotto controllo politici di opposizione, funzionari, giornalisti. In tutto, si parla di 14mila persone finite a loro insaputa nel mirino. Per carpirne le conversazioni e le informazioni sensibili, sarebbero state utilizzate intercettazioni classiche e sotfware in grado di rastrellare i dispositivi elettoronici. Il "Watergate greco", come lo hanno ribattezzato polemicamente ad Atene, ha assunto i contorni di un vero e proprio scandalo di Stato, travolgendo il premier ellenico Kyriakos Mitsotakis. Quest'ultimo è infatti accusato dall'opposizione di essere coinvolto nella macchina di sorveglianza scoperta all'ombra del Partenone. Ma lui nega.

"La sorveglianza avrebbe potuto rispettare la legge, ma era sbagliata. Non ne ero a conoscenza e, se l'avessi saputo non l'avrei mai permesso", ha affermato lo stesso Mitsotakis commentando la vicenda che ha già portato alle dimissioni il capo dell'intelligence greca, Panagiotis Kontoleon, e il segretario generale dell'ufficio del primo ministro, Grigoris Dimitriadis. Quest'ultimo, prealtro, è nipote dello stesso premier. Presentandosi in tv, Mitsotakis ha parlato "debolezze endemiche" dei servizi segreti greci (che tuttavia dipendono dall'ufficio del premier) ma ha escluso un proprio coinvolgimento nel caso. Tali motivazioni, tuttavia, non basteranno forse a evitargli le dimissioni ormai chieste a gran voce dall'opposizione. A scagliarsi in particolare contro il primo ministro è stato il capo della coalizione della sinistra radicale, Alexis Tsipras.

"Il signor Mitsotakis deve spiegare al popolo greco il suo 'Watergate'. È una questione di democrazia", ha affermato l'ex premier nonché leader di Syriza. Anche un altro ex primo ministro di Atene, George Papandreou, si è scagliato contro Mitsotakis definendo "inaccettabile" il suo atteggiamento. Tra le vittime eccellenti del sistema di spionaggio vi erano il leader del Pasok, Nikos Androulakis, e un noto giornalista d'inchiesta, Thanais Koukakis: ad ammetterlo, il 29 luglio scorso, era stato lo stesso capo dell'intelligence Kontoleon in un'audizione a porte chiuse. Il caso, del resto, era scoppiato proprio a partire da un controllo di routine effettuato nel 2021 al Parlamento di Strasburgo sul sul telefono dell'allora candidato alla leadership dei socialisti greci, Androulakis.

I tecnici dell'europarlamento specializzati nella sicurezza avevano trovato sullo smartphone del politico greco un link sullo che nascondeva il virus-spia "Predator": un sistema capace di infestare le mail, le chat, e i social media della vittima. Quel tentativo di intercettazione non era però autorizzato dalla magistratura. L'eurodeputato aveva così presentato querela contro ignoti e le indagini rivelato che a spiare il suo telefono erano stati i servizi greci. La vicenda sarebbe poi letteralmente deflagrata in patria, provocando uno scandalo politico senza precedenti nella storia recende del Paese. Nel secolo scorso, però, in Grecia erano già emersi casi di intercettazioni occulte in ambito statale.

"Era formalmente adeguato ma politicamente inaccettabile", ha affermato il premier greco in merito all'accaduto. Ma la sua posizione in queste ore è assai fragile.

La vicenda, assicura l'opposizione, deve essere approfondita fino in fondo.

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