Stati Uniti, arrestata spia della Difesa: passava informazioni a Hezbollah

Mariam Taha Thompson, 61 anni, lavorava come interprete e traduttrice nella base Usa in Iraq. È stata arrestata con l'accusa di spionaggio. Passava dossier riservati al movimento filo-iraniano

Stati Uniti, arrestata spia della Difesa: passava informazioni a Hezbollah

Sulla carta era un'interprete e specialista di arabo nella Difesa americana ma in realtà, secondo l'accusa americana, non era altro che una spia al servizio di Hezbollah.

Mariam Taha Thompson, 61 anni, grazie al ruolo che ricopriva fino a poche ore fa aveva accesso a una miriade di dati riservati. Gli stessi che la signora avrebbe passato sotto traccia al movimento filo-iraniano. L'accusa è pesantissima: spionaggio.

Come sottolinea Il Corriere della Sera, la donna proveniva da Rochester, Minnesota, ed era impegnata in una base Usa dislocata all'estero, a Ebril, in Iraq. Lo scorso 30 dicembre, dopo il raid americano contro le forze sciite e le proteste davanti alla sede diplomatica statunitense a Baghdad, Mariam avrebbe saccheggiato una serie di informazioni delicatissime, arraffando file riservati che niente avevano a che fare con la sua attività di interprete.

E così, di nascosto, per sei settimane la 61enne ha messo le mani su nomi di copertura, identità segrete, foto, aspetti collegati ad agenti e tanto altro ancora. Nella stanza della sua residenza, durante la perquisizione, sotto il materasso sono stati rinvenuti perfino dettagli scritti in arabo su alcuni bigliettini lasciati a mò di promemoria.

Domande senza risposta

Adesso le autorità, oltre ad averla arrestata, sono al lavoro per capire quali informazioni possano essere finite nelle mani di Hezbollah. Già, perché la presunta spia ha consegnato il concentrato di informazioni a un complice, il quale sembrerebbe ricoprire un incarico ufficiale niente meno che nell'establishment libanese. Peggio: potrebbe essere collegato alla citata fazione alleata di Teheran, i cosiddetti guerriglieri del partito di Dio.

Le prossime ore saranno decisive tanto per la quantificazione dei danni quando, soprattutto, per il proseguo delle indagini sul conto della signora. Gli inquirenti hanno molte domande ma ben poche risposte. Ad esempio non è chiaro cosa abbia spinto l'interprete a tradire. C'entrano per caso questioni sentimentali? È stata sedotta e convinta a collaborare dal suo partner? Difficile dirlo con esattezza.

Di certo sappiamo che la donna lavorava a contratto in Iraq, così come tanti altri soggetti impegnati nella

Difesa e nella sicurezza. Dunque è complicato indagare sul background della possibile spia. Inoltre è ancora da ricostruire come abbia fatto una semplice interprete a impossessarsi di documenti riservati.

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