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Stato islamico, possibili nuove linee guida per contrastare i media

Il nuovo califfo dello Stato islamico potrebbe aver dettato delle nuove linee guida per contrastare e sfruttare i media occidentali

Stato islamico, possibili nuove linee guida per contrastare i media

Dopo l’eccezionale attività a seguito del messaggio audio in cui si conferma la morte di Abu Bakr al-Baghdadi e la nomina di Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi a suo successore, il ritmo delle produzioni dello Stato islamico (ufficiali e pro-Is) è ritornato alla normalità. Tuttavia potrebbe esserci una possibile evoluzione sotto il profilo della propaganda voluta proprio dal nuovo califfo.

Stato islamico: The Punishment of the Criminals

"Imprevedibili nella loro prevedibilità"

Lo Stato islamico ha diffuso il video The Punishment of the Criminals: 18 minuti e 43 secondi di propaganda jihadista con immagini provenienti dall’Iraq. The Punishment of the Criminals dovrebbe essere il primo video ufficiale rilasciato dallo Stato islamico dopo la morte di al-Baghdadi e la nomina di Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi a suo successore. Per la diffusione del video è stata seguita la solita procedura (approccio tentacolare). La clip è stata pubblicata prima sui canali ufficiali Telegram dell’organizzazione terroristica e poi su YouTube e Twitter. I canali YouTube responsabili della diffusione di al-Naba continuano a diffondere, indisturbati, il materiale dello Stato islamico. Per The Punishment of the Criminals, i canali YouTube responsabili della diffusione del settimanale al-Naba hanno garantito come di consueto diversi link (otto in questo caso) da dove poter effettuare il download della clip in diversi formati. Abbiamo scaricato il nostro file da 432 MB direttamente da Telegram. Come abbiamo spiegato in precedenza, Telegram è l'applicazione preferita dai terroristi. Grazie ai ridotti tempi di download, The Punishment of the Criminals si sta diffondendo velocemente sulla rete. Alcune sequenze del video sono in alta definizione. Altre, come le descrizione delle armi e degli attentati, si ispirano chiaramente al mondo dei videogames. Una grafica quindi accattivante utilizzata per uno specifico target di riferimento. Ad esempio la grafica utilizzata per descrivere l'equipaggiamento (sequenza di apertura del video), ricorda chiaramente la serie Watch Dogs di Ubisoft. L'intero girato dovrebbe provenire dall’Iraq, ma è impossibile stabilire quando è stato realmente effettuato. Considerando però le numerose sequenze dei TG arabi inseriti, il video dovrebbe essere stato montato di recente. I quattro terroristi ripresi dalle telecamere sarebbero stati coinvolti in un’operazione inghimasi. Il bambino/ragazzino filmato nel video sarebbe stato coinvolto in un’operazione suicida. Entrambe le operazioni sarebbero avvenute nell’area di Baghdad. The Punishment of the Criminals ci mostra soltanto il testamento dei cinque, lasciando l’esito delle operazioni alla solita grafica da videogames. Alle numerose decapitazioni mostrate senza censura (la medesima strategia di propaganda utilizzata nelle prime fasi dello Stato islamico) si alternano momenti di ilarità come quei microfoni disturbati da un vento impetuoso o i loghi che coprono i volti dei terroristi. Nel complesso il video è di buona fattura.

The Punishment of the Criminals è chiaramente concepito per il reclutamento della giovane frangia jihadista. Ritroviamo la medesima violenza che abbiamo già identificato negli ultimi artwork pro-Is. Non sappiamo ancora se questa sia una strana casualità o faccia parte di una nuova strategia mediatica voluta da Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi. Il 207° numero di al-Naba, atteso questa sera, potrebbe fornirci qualche ulteriore indizio. Sarà anche il primo vero numero del nuovo caiffo.

Stato islamico: “combatti i media”

Pochi giorni fa abbiamo identificato su Telegram un messaggio a firma dell’Agenzia Amaq. Nello specifico, si annunciava che qualora vi fosse la necessità di ottenere istruzioni per combattere i mezzi di informazione, sarebbero stati resi disponibili degli indirizzi di un “fratello”. Non parliamo di un “fratello” qualunque.

“Se hai qualche domanda, parlane insieme a lui”.

Dal messaggio è possibile accedere a due chat segrete. Ricordiamo che le chat segrete garantiscono crittografia end-to-end per ogni tipo di dato, nessuna traccia sui server e timer di autodistruzione del messaggio per entrambi i dispositivi. Non è possibile inoltrare il messaggio. Nessuno può accedere al contenuto della chat segreta. Non è possibile effettuare screenshot. L’attuale guida strategica jihadista concepita per fornire gli strumenti essenziali per contrastare e/o sfruttare la copertura dei media occidentali è la Media Operative, You Are a Mujahid, Too. È una edizione riveduta ed aggiornata delle precedente guida pubblicata dallo Stato islamico nel 2014. 55 pagine strutturate in tre capitoli principali:

1) Date il lieto annuncio ai credenti

2) Contrastare e screditare la narrazione distorta promossa dall’Occidente

3) Le armi che fanno arrabbiare i nemici di Allah

Media Operative, You Are a Mujahid, Too è stata la guida strategica di riferimento durante l’intero corso al-Baghdadi (ricordiamo la consacrazione a mujahidin dei media operative). Guida strategica di riferimento valida sia per l’organizzazione ribelle che per la rete terroristica clandestina. Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi adotterà la medesima guida per contrastare e/o sfruttare i media occidentali o cambierà qualcosa? L’invito su Telegram è rivolto ai nuovi adepti o sono state disposte delle integrazioni alla precedente guida strategica? La violenza negli artwork pro-Is diffusi nelle ultime ore è casuale o rientra nelle nuove linee guida? E’ qualcosa che scopriremo entro poche settimane, considerando il periodo che sta per iniziare. Il 207° numero di al-Naba, atteso per questa sera, potrebbe fornirci qualche ulteriore indizio.

Il passaggio di al-Baghdadi sui Media Operative

Nel messaggio audio intitolato “Give Glad Tidings to the Patient” diffuso nell’agosto dello scorso anno, al-Baghdadi sottolineò il valore della propaganda dello Stato islamico, definendo i Media Operative come Mujaheddin. E’ evidente l’obiettivo di tale struttura verbale: consacrare la partecipazione di un’altra frangia di guerrieri, classificandone il loro ruolo grazie al loro attivismo. Grazie a questa nuova visione, la distinzione tra supporto ed appartenenza non esiste più. Al-Baghdadi lesse testualmente diversi passaggi contenuti nella guida strategica Media Operative, You Are a Mujahid, Too, disponibile sulla rete.

Media Operative, You Are a Mujahid, Too

"Quindi, mio ​​caro sconosciuto soldato dei media, sappi quanto sia prezioso il tuo ruolo nel raggiungere la vittoria. Sei un mujahid per la causa di Allah".

Media Operative, You Are a Mujahid, Too è una edizione riveduta ed aggiornata delle precedente guida strategica pubblicata dallo Stato islamico nel 2014. 55 pagine che rappresentano la guida strategica jihadista concepita per fornire gli strumenti essenziali per contrastare e/o sfruttare la copertura dei media occidentali. L’utilizzo della rete è essenziale per fare proseliti e preservare la lealtà dei seguaci. Nel documento si spiegano le ragioni dell’importanza dei media ed il ruolo di coloro che realizzano materialmente i messaggi, considerati alla stregua dei mujahidin. Nella guida strategica Media Operative, You Are a Mujahid, Too, lo Stato islamico si rivolge ai propri sostenitori che possono contribuire alla causa con il minimo sforzo, favorendo l’assorbimento degli aspiranti sostenitori.

Il documento offre l’esortazione teologica e la consulenza strategica per gli operativi dei media. Testi come il Media Operative, You Are a Mujahid, Too, sono stati erroneamente giudicati come semplice propaganda dall’Occidente. Rappresentano, invece, dei validi strumenti per migliore la comprensione della logica alla base della strategia mediatica e di propaganda dello Stato islamico. Il testo strategico è strutturato su tre linee guida.

Nel primo capitolo intitolato Date il lieto annuncio ai credenti, si spiega il concetto della narrazione alternativa. L’obiettivo è quello di offrire una identità partecipativa, che rafforzi il concetto di califfato come organo rappresentativo per tutti i musulmani sunniti. Si consiglia di parlare della verità, intesa come “strumento per confutare le bugie dei crociati”.

“I messaggi dovranno incoraggiare e guidare, così da aprire gli occhi sul valore dell’esistenza dello Stato islamico. Il concetto di verità nei messaggi è particolare. I destinatari dovranno provare soddisfazione nel leggere o nell’ascoltare quei messaggi carichi di speranza. Appelli comunque generalizzabili, che dovranno tenere conto delle necessità quotidiane dei credenti e dei mujahidin sparsi nel mondo. Sarebbe opportuno raccontare alla gente un semplice e reale quadro della battaglia senza esagerazioni e bugie. Non possiamo nascondere gli aspetti negativi della vita, ma dobbiamo trasmettere anche tutte le sfaccettature positive dell’esistenza sotto lo Stato islamico”.

Il secondo capitolo Contrastare e screditare la narrazione distorta promossa dall’Occidente, è dedicato all’invasione intellettuale dei media occidentali. Fornisce le linee guida per “rispondere alla frenetica campagna dei media ed ai suoi modi ingannevoli per scoraggiare i musulmani”. Si menziona l’arma della contro-propaganda, intesa come “serbatoio di argomenti e confutazioni per ripudiare le false affermazioni”. Nella contro-propaganda si rileva il ruolo della linea intellettuale del gruppo “per contrastare le bugie quotidiane e la falsificazione professionalizzata dei moderni media occidentali”.

L’ultima parte del documento è dedicata ai proiettili della propaganda, nel capitolo Le armi che fanno arrabbiare i nemici di Allah.

“Se effettuate in modo efficace, le armi dei media possono essere più potenti delle bombe atomiche. Messaggi espliciti e vigorosi, spezzeranno il morale del nemico”.

E’ interessante notare l’importanza della parola bomba intesa non più nel senso letterale del termine, ma in riferimento all’importanza nelle operazioni dei media. Elevando tali operazioni alla stregua delle deflagrazione di un ordigno bellico sul campo, se ne consacra il loro ruolo e l’attivismo.

“I media offrono un modo per

intimidire, minacciare obiettivi sensibili civili e militari, così da spingere gli avversari ad agire in modo irrazionale. I messaggi devono essere calibrati per scioccare il pubblico che supporta i militari all’estero”.

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