La stella dell'Nba Stephen Curry non crede allo sbarco sulla Luna

Il playmaker dei Golden State Warriors, considerato uno dei migliori giocatori di pallacanestro in circolazione, è finito al centro delle polemiche per aver dichiarato di non credere che l'uomo sia mai stato sulla Luna

La stella dell'Nba Stephen Curry non crede allo sbarco sulla Luna

Tra le conseguenze negative collegate alla crescita esponenziale di internet e dei social media avvenuta negli ultimi anni c'è sicuramente la diffusione di numerose teorie del complotto, nelle cui pretese di credibilità spesso non esitano a cascarci anche noti personaggi del mondo della politica, dello spettacolo e dello sport. Ultimo caso in ordine di tempo è quello che riguarda la stella dell'Nba Stephen Curry, giocatore dei Golden State Warriors di Oakland e considerato uno dei giocatori di pallacanestro più forti in circolazione, finito nelle ultime ore al centro delle polemiche per aver dichiarato di non credere che l'uomo sia mai stato sulla Luna. Mentre si stava discutendo in merito al tema "cose a cui non credere" durante la registrazione del podcast Winging It, condotto dai giocatori degli Atlanta Hawks Vince Carter e Kent Bazemore - nello specifico il tema era partito dal fatto che i versi dei dinosauri in realtà non fossero come quelli che si sentono nei film -, Curry ha infatti preso la parola chiedendo se lo sbarco sulla Luna fosse mai avvenuto, ottenendo però solo tentennamenti da parte degli altri ospiti in studio e affermando quindi: "Adesso in molti verranno a rimproverarci per questo. Scusate, non voglio iniziare una lunga discussione cospirazionista".

Curry ha in seguito cercato di giustificare le sue convinzioni portando a supporto della tesi la sempreverde teoria che sia stato in realtà Stanley Kubrick a girare lo sbarco sul nostro satellite, effettuando le riprese in uno studio cinematografico in modo da rendere le immagini più credibili agli occhi dell'opinione pubblica. Dichiarazioni bizzarre, che hanno subito riportato alla mente quelle del collega dei Boston Celtics Kyrie Irving, il quale nel febbraio 2017 salì agli onori delle cronache per essersi mostrato fermamente convinto della piattezza del globo terrestre, oltreché di numerose altre teorie del complotto come quella che vede John Fitzgerald Kennedy ucciso della Federal Reserve o Bob Marley ucciso dalla Cia. Tuttavia, lo scorso ottobre Irving si è pubblicamente scusato per queste sue affermazioni, spiegando come all'epoca non comprese il reale peso che avrebbero potuto avere le sue parole.

Il polverone sollevatosi per le parole di Stephen Curry non è però passato inosservato, ed è anzi giunto fino alle orecchie della diretta interessata, la Nasa. Il portavoce dell'agenzia spaziale statunitense Allard Beutel ha infatti voluto rispondere, bonariamente ma non senza un filo di polemica, alla stella degli Warriors, esortandolo a visitare il centro di ricerca di Houston per poter fugare così ogni sua perplessità in merito allo sbarco sulla Luna: "Avremo enorme piacere nell’ospitare il signor Curry qui da noi, facendogli fare un giro del nostro laboratorio lunare al Johnson Space Center di Houston. Magari la prossima volta che passa in città per giocare contro i Rockets, può fare un salto anche da noi.

Abbiamo centinaia di tonnellate di rocce prelevate dalla Luna. Potrà vedere con i suoi occhi cosa abbiamo fatto 50 anni fa per arrivare lassù e come ci stiamo muovendo adesso per poterci tornare nei prossimi anni, questa volta con l’intenzione di restarci a lungo".

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