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Stop alla biancheria da uomo per le soldatesse in Svizzera

L'esercito svizzero ha una presenza femminile nell'esercito pari all'1%. L'obiettivo è di arrivare, entro il 2030, al 10% e spera di riuscirci cambiando la biancheria intima

Stop alla biancheria da uomo per le soldatesse in Svizzera

Rivoluzione rosa per l'esercito svizzero. Sebbene la presenza femminile sia molto bassa (è pari all'1% del totale) i vertici della Difesa puntano a introdurre nuove misure. A partire da quuelle che regolano l'uso della biancheria intima. Nella nazione elvetica, infatti, il sistema attuale rilascia solamente, con l'uniforme standard, biancheria intima maschile che equivale a delle mutande di taglia forte, di certo non il massimo in termini di comodità per le donne. Di conseguenza cominceranno ad essere distribuiti anche i reggiseni, fino ad oggi assenti.

Kaj-Gunnar Sievert, portavoce dell'esercito, ha spiegato, come riportato dalla Nazione, che sia l'abbigliamento sia altri articoli che vengono forniti ai militari sono ormai antiquati e non hanno motivo di restare nell'equipaggiamento. Aprile è il mese in cui comincerà questo processo di rinnovamento che partirà dalla biancheria: saranno forniti due set diversi di biancheria femminile, uno estivo ed uno invernale. Si tratta di un tassello di un progetto più ampio che prevede di aumentare la presenza rosa fino al 10% del totale. Un obiettivo indubbiamente ambizioso che ha tempo per essere completato fino al 2030. La Svizzera, nonostante sia uomini che donne abbiano le stesse mansioni nella vita militare, ha una percentuale molto più bassa rispetto alle altre nazioni dell'Unione Europea: in Italia è al 6,3%, in Svezia al 18%, in Francia al 15%, in Germania e Norvegia al 12%.

Per quanto possa apparire assurdo il cercare di aumentare la presenza femminile nell'esercito migliorando un particolare di cui, probabilmente, molte neanche sono a conoscenza quando fanno domanda di poter servire la propria Nazione, dal Consiglio nazionale svizzero non hanno dubbi. Marianne Binder, membro di quest'ultimo, assicura che questo incoraggerebbe molte più donne a fare domanda e dichiara: "L'abbigliamento è progettato per gli uomini, ma se l'esercito vuole davvero diventare più femminile, sono necessarie misure appropriate".

Dello stesso pensiero anche il portavoce dell'esercito che ha confermato: "La vecchia generazione di uniformi non era abbastanza orientata alle esigenze specifiche delle donne". Non è stato modificato solamente l'intimo ma anche gli indumenti da combattimento, i giubbotti protettivi e gli zaini. Favorevole ai cambiamenti anche Viola Amherd, ministro della Difesa, che ha dichiarato: "La fornitura deve essere compatibile per entrambi i sessi".

Nel resto del mondo la situazione non è poi così differente. Anche negli altri eserciti sono presenti delle disparità tra uomini e donne. Il corpo dei marines americani, ad inizio marzo, ha risolto il problema dell'indennità esclusiva alle reclute di sesso maschile per la sostituzione della biancheria. Come riportato nel report del Government Accountability office, diverse reclute donne erano arrivate a spendere più di 8mila dollari per la sostituzione dei propri vestiti durante la carriera militare.

A partire dal 2022, inoltre, le donne percepiranno anche un'indennità di 17 dollari all'anno per la manutenzione delle scarpe.

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