Coronavirus

Uno studio può cambiare tutto: "Malati Covid? Non contagiano"

Lo studio indiano, condotto in due Stati del subcontinente, ha anche provato a fare luce sul tema della contagiosità dei bambini rispetto agli adulti

Uno studio può cambiare tutto: "Malati Covid? Non contagiano"

Un recente studio scientifico indiano, pubblicato il 30 settembre sulla rivista Science, ha avanzato la tesi, fondata su specifiche ricerche epidemiologiche, che la maggior parte dei soggetti infettati dal Covid non sarebbe affatto contagiosa. Al contrario, soltanto una piccola minoranza all’interno di un’ampia percentuale di positivi sarebbe abitualmente responsabile della diffusione del virus. La ricerca citata è stata condotta da un gruppo di esperti del Center for Disease Dynamics, Economics and Policy di Nuova Delhi, analizzando le catene di trasmissione del patogeno in due Stati federati del subcontinente: Andhra Pradesh e Tamil Nadu. In questi territori, le autorità hanno finora individuato più di 575 mila persone esposte al virus, con circa 85mila casi confermati.

A detta dei ricercatori indiani, i malati realmente responsabili della trasmissione sarebbero pochi, appena l’8% del totale dei contagiati. La stessa piccola percentuale di infetti, però, avrebbe una carica virale in grado di dare luogo a una “super diffusione” del Covid. Questo particolare è stato messo in luce da Ramanan Laxminarayan, uno degli autori dello studio apparso su Science, con le seguenti parole di stupore: “Siamo stati molto sorpresi dei nostri risultati. In pratica, l'8 per cento dei pazienti indice, quelli che danno origine a una catena di trasmissione, è stato responsabile del 60 percento delle infezioni secondarie. Sospettavamo di un fenomeno di super diffusione, ma queste proporzioni sono totalmente inaspettate”.

La super diffusione del coronavirus, evidenzia il medesimo ricercatore indiano, sarebbe generalmente favorita nelle condizioni di sovraffollamento, in cui ciascuno si trova a stretto contatto con altre persone oppure all’interno del proprio nucleo familiare: “Secondo i nostri dati, in caso di contatti ravvicinati le probabilità di trasmissione variano dal 2,6 in comunità al 9 percento all'interno del nucleo familiare, i rapporti di mortalità variano dallo 0,05 percento tra i pazienti di età compresa tra cinque e 17 anni, fino al 16,6 percento per i soggetti al di sopra degli 85 anni”.

Lo studio citato ha inoltre fatto luce sul ruolo dei bambini nella diffusione dei contagi. Il gruppo di esperti indiani ha appunto accertato che, in linea generale, i bimbi possono rimanere contagiati e dare vita a loro volta a catene di trasmissione: “Il ruolo dei bambini – ha sottolineato sempre Laxminarayan- è stato molto dibattuto nella letteratura scientifica a riguardo, ma nel nostro lavoro emerge una prevalenza di infezione tra i più piccoli che sono entrati in contatto con i coetanei. In particolare, nei contesti a basso reddito o con risorse limitate, i bambini hanno costituito circa un terzo dei casi positivi”.

Tuttavia, proprio riguardo al tema della contagiosità dei minorenni, gli esperti indiani hanno preferito rinviare giudizi definitivi, puntualizzando, nella ricerca pubblicata su Science, che saranno necessari ulteriori studi per determinare la capacità di trasmissione del Covid da parte dei bambini rispetto a quella degli adulti.

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