Gli stupratori tornano in libertà. Giovane marocchina si suicida

Il branco l'ha rapita e violentata. Poi la minaccia: ritira la denuncia o pubblichiamo le foto

Gli stupratori tornano in libertà. Giovane marocchina si suicida

Non aveva neppure diciottanni la giovane Khadija Al-Suweydi, una ragazza marocchina che è morta suicida a Ben Guerir, un settantina di chilometri da Marrakesh, dopo avere subito uno stupro di gruppo da parte di aggressori tornati in libertà troppo in fretta.

Rapita da otto giovani che a turno avevano abusato di lei, mentre le scattavano fotografie con i cellulari, la 17enne Khadija aveva rotto il silenzio con la famiglia, raccontando quando le era successo e arrivando a denunciare i suoi stupratori.

Un gesto di coraggio, contro un branco che dopo l'interrogatorio da parte delle forze dell'ordine era però tornato in libertà, anche se provvisoriamente. Abbastanza per trovare la ragazza e minacciarla di pubblicare le fotografie delle violenze che aveva subito, se lei non avesse ritirato subito la denuncia.

Una minaccia a cui Khadija non ha retto.

Venerdì si è cosparso gli abiti di un liquido infiammabile e si è data fuoco. È rimasta in ospedale per un giorno, mentre i medici cercavano di salvarla. Poi è morta. Lei, e il bambino che portava in grembo. L'autopsia ha rivelato che la 17enne era incinta.

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