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In Sudafrica, dove i ricchi pagano per fare i poveri

A Bloemfontein c'è un villaggio turistico che riproduce una bidonville e permette ai visitatori di provare "l'ebbrezza" di vivere come un indigente

In Sudafrica, dove i ricchi pagano per fare i poveri

Il ricco che gioca a fare il povero e per farlo paga cifre non indifferenti. Una fiction? Una trovata televisiva di cattivo gusto? No, per una notte o anche di più, al Luxury Hotel Emoya Spa a Bloemfontein, in Sud Africa, un visitatore può provare “l'ebbrezza” di vivere come un indigente delle bidonville.

Un villaggio turistico ricostruito a misura e somiglianza di uno slum. Case in lamiere, baracche con servizi igenici finto decadenti e poi bidoni che di notte vengono illuminati così da ricreare le immagini dei ghetti del mondo: da Korogocho a Soweto, dove la notte la gente si scalda intorno a fuochi accesi nei barili di petrolio. Ma non è finita, la shanty town per turisti, il posto dove ”potete finalmente vivere l'esperienza unica di vivere in una baracca nel contesto sicuro ed esclusivo di una riserva privata", come recita il messaggio promozionale, riproduce anche i luoghi comuni del mondo degli ultimi della terra. E così sedie e tavoli sono ricostruiti con copertoni, le luci realizzate con bottiglie di plastica, le etichette dei marchi dei brand internazionali come la coca cola ricoprono le pareti delle “stanze baracche”. Però nella bidonville del “divertimento”, non mancano il wifi, il riscaldamento e l'acqua corrente e calda. Anzi, per i turisti più spregiudicati, che vogliono sentirsi dei disgraziati per una volta nella vita, c'è anche l'optional del bagno fuori dalla stanza. Ciò che manca sono ovviamente le fogne a cielo aperto, le pistolettate e gli accoltellamenti, l'odore di degrado che impregna l'aria e consuma vita e giornate e soprattutto il rispetto della dignità umana.

Impressiona vedere il prezzo, poichè sul sito dell'hotel le cifre indicate parlano di tariffe che vanno dai 40 ai 70 euro a notte.

Nei giorni della ricorrenza della nascita di Nelson Mandela e a 22 anni dalla fine dell'Apartheid, in Sudafrica, abbaglia constatare che la discriminazione non è scomparsa: ha assunto altri obiettivi e altre forme, compresa quella del business. Daniele Bellocchio

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