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Svezia, anche gli immigrati votano l'ultradestra

Secondo le statistiche ufficiali, più dell'11% dei nati all'estero sostiene il partito Svezia Democratica

Svezia, anche gli immigrati votano l'ultradestra

In Svezia la destra radicale cresce e i dati del partito Svezia Democratica sono chiari. Il 17% ottenuto dal movimento di Jimmie Akesson è eloquente: pur senza sfondare oltre il 20% dei consensi, l'estrema destra ha praticamente quadruplicato i consensi. Un aumento di voto che, nella maggior parte dei casi, è stato dovuto al tema dell'immigrazione, particolarmente sentito in una Svezia che sembra si sia bruscamente risvegliata dal sogno di Stoccolma di un Paese melting pot.

Ma se si pensa che il discorso di Akesson abbia avuto un tono esclusivamente razzista, si commette un errore. Perché, come spiega il quotidiano spagnolo El Confidencial, tra i sostenitori del partito di destra ci sono anche gli stessi immigrati. Se infatti molti sono preoccupati dall'ascesa del partito e temono che il Paese non sia più adatto a loro, ci sono altri stranieri, in Svezia, che non la pensano così. Come è avvenuto ad esempio a Rinkeby, uno dei sobborghi periferici di Stoccolma. Quartiere che, come ricordava L'Espresso, ha il 95% di residenti costituito da immigrati di prima o seconda generazione.

In questo distretto di Stoccolma, i dati delle elezioni del 2014 parlavano di un 3% della popolazione che aveva votato l'estrema destra. Tuttavia, secondo un recente studio dell'ufficio di statistica nazionale, sembra che addirittura l'11,3% dei nati all'estero sosterrebbe la formazione di estrema destra. Una notizia che sembra contraddire radicalmente l'immagine data dai media del partito svedese, ma che in realtà mostra un'altra faccia della medaglia del tema dell'immigrazione.

Secondo molti analisti, il motivo di questa ascesa dell'estrema destra fra gli immigrati di prima e seconda generazioni dei ghetti di Stoccolma è dovuta al fatto che questi quartieri diventa ogni giorno più invivibili. Come ha spiegato Mattias Karlsson, uno dei leader di Sd, "sono le loro macchine a bruciare, le scuole dei loro figli che si trasformano in caos".

A temere per la loro incolumità sono soprattutto i cristiani mediorientali che si sono trasferiti negli anni nelle periferie delle città svedesi. L'arrivo di nuovi immigrati, generalmente di fede musulmana, sta infatti creando un certo malcontento nella popolazione, che teme di essere di nuovo nel mirino dei gruppi estremisti. Ma ci sono anche altri immigrati che sono preoccupati proprio perché l'arrivo di nuove migliaia di persone sta devastando il modello svedese.

L'esempio più eclatante, ormai divenuto un simbolo degli immigrati contrarti ad altri immigrati, è Nima Gholam Ali Pour. Nato in Iran e arrivato in Svezia da bambino come rifugiato nel 1987, adesso è uno dei più ferrei sostenitori del blocco dell'arrivo di nuovi rifugiati.

Anche lui, come altri, teme che l'arrivo di migliaia di immigrati possa rompere l'incantesimo della Svezia come patria scelta da molti nel corso degli anni.

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