Svolta in Corea del Nord: "Kim non ha poteri magici"

Il giornale ufficiale del Partito comunista, il Rodong Sinmun, ha negato che la dinastia Kim sappia manipolare lo spazio-tempo

Svolta in Corea del Nord: "Kim non ha poteri magici"

La Corea del Nord ha ufficialmente messo fine in questi giorni allo storico culto della personalità riservato finora ai leader nazionali. Sull’organo di stampa del partito comunista nazionale è stato infatti ultimamente negato che Kim Jong-un abbia “poteri magici”, interrompendo l’annosa pratica di mitizzare i presidenti del Paese. La negazione dei poteri soprannaturali della famiglia Kim sarebbe, a detta dei media occidentali, un ulteriore segno del progressivo cambiamento dello “Stato eremita”.

Quanto sorprendentemente dichiarato questa settimana dal Rodong Sinmun, il giornale ufficiale del Comitato centrale del Partito dei lavoratori, è stato rilanciato ieri dal Telegraph.

Secondo la testata britannica, l’organo di stampa della nazione comunista asiatica ha appunto smentito categoricamente l’atavica tradizione di attribuire ai leader di Pyongyang il dono del “chukjibeop”, ossia il potere di “manipolare lo spazio e il tempo”.

Finora, ricorda il giornale d’Oltremanica, ai capi di Stato nordcoreani era stato sempre riconosciuto dalla propaganda del regime il dono di superare i limiti dello spazio-tempo e di riuscire a viaggiare per grandi distanze in una manciata di secondi.

Con la recente smentita, il Rodong Sinmun manda di conseguenza in soffitta anni e anni di retorica trionfalistica nei riguardi dei presidenti del Paese.

Nel dettaglio, il foglio nordcoreano, riferisce l’organo di stampa londinese, afferma: “In termini realistici, nessuno può sparire all’improvviso e riapparire in un altro posto dopo avere piegato il tempo.”

La svolta operata questa settimana dal giornale ufficiale del regime asiatico, intesa a “umanizzare” la famiglia Kim, è stata immediatamente salutata come “impressionante” dalle autorità di Seul, in particolare da un funzionario del ministero sudcoreano per la Riunificazione.

Quest’ultimo, parlando all’agenzia di notizie del proprio Paese Yonhap, ha poi evidenziato che la scelta del Rodong Sinmun di negare pubblicamente i poteri divini dei leader di Pyongyang costituirebbe un tassello di un deliberato cambio di strategia propagandistica da parte dell’establishment nordcoreano: “Adesso sembra che stiano puntando più sulla messa in risalto dei valori del patriottismo e dell’amore per la comunità nazionale piuttosto che sulla mitizzazione dei leader locali”.

In realtà, azzarda il giornale del Regno Unito, dietro l’interruzione del culto della personalità finora riservato alla dinastia da anni al potere nello Stato-eremita vi sarebbe Kim Jong-un in persona.

Il capo di Stato comunista, ricorda la testata d’Oltremanica, ha appunto deciso di dare inizio alla propria “de-mitizzazione” a partire da un momento preciso dello scorso anno, ossia dal fallimento del vertice tra lui e Trump andato in scena a Hanoi e che era finalizzato alla conclusione di un accordo di denuclearizzazione del regime comunista asiatico.

Da allora, assicura l’organo di stampa britannico, il leader di Pyongyang avrebbe sempre più messo in risalto davanti ai media ufficiali del suo partito e davanti ai suoi sudditi il proprio “lato umano”, sollecitando contestualmente la popolazione ad abbandonare la tendenza a divinizzare i capi di Stato nordcoreani.

A sostegno della tesi in questione, il Telegraph riporta una dichiarazione che Kim Jong-un avrebbe rilasciato a marzo del 2019 all’emittente pubblica del suo Paese: “Mistificare l’attività rivoluzionaria di un leader e le sue

qualità personali rischia di tradursi in un insabbiamento della verità. L’assoluta fedeltà a un capo matura davvero quando il popolo è affascinato dalla condotta umile e amichevole di quel leader”.

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