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"Tim Cook è gay": San Pietroburgo rimuove il monumento a Steve Jobs

Rimosso l'iPhone gigante. La Zefs: "È simbolo di sodomia". Ma l'ateneo: "È in riparazione"

"Tim Cook è gay": San Pietroburgo rimuove il monumento a Steve Jobs

"L’iPhone? È un simbolo di sodomia". Parola di Maxim Dolgopolov. Dopo il coming out del numero uno della Apple Tim Cook, il presidente della società russa Zefs (Unione finanziaria europea occidentale) ha ordinato la rimozione del gigantesco iPhone (alto un paio metri e con tanto di display touchscreen) costruito in memoria di Steve Jobs. Un monumento che spiccava in un cortile dell’università nazionale di Information Technologies di San Pietroburgo e di cui la stessa Zefs aveva sponsorizzato l’installazione un anno e mezzo fa. Ma ora i tempi sono cambiati.

"Dopo che l’amministratore delegato della Apple Tim Cook ha pubblicamente promosso la sodomia - si legge in una nota della Zefs ripresa dal sito web di Radio Eco di Mosca - il monumento è stato smontato in conformità alla legge federale". La norma a cui si riferisce la società è la "legge contro la propaganda omosessuale tra i minorenni" che di fatto vieta in Russia ogni tipo di manifestazione a difesa dei diritti degli omosessuali. "In Russia - ha spiegato la Zefs - la propaganda gay e di altre perversioni sessuali tra i minori è vietata per legge". Non solo. "Il monumento sorgeva in una zona di diretto accesso ai giovani studenti".

L'università informatica di San Pietroburgo fornisce un'altra versione della storia. Secondo il responsabile delle relazioni con il pubblico dell’istituto, citato dall'agenzia ufficiale russa Tass, l'orientamento sessuale di Cook non avrebbe proprio nulla a che vedere con la rimozione dell’iPhone gigante. L'università avrebbe ricevuto già "prima delle dichiarazioni di Tim Cook" una lettera della Zefs in cui si avvertiva che il monumento doveva essere smontato per delle riparazioni.

Le dichiarazioni dell’università contrastano con le dichiarazioni che, secondo Radio Eco di Mosca, avrebbe rilasciato Dolgopolov che si sarebbe anche scagliato contro la Apple accusando i servizi segreti americani di servirsi delle app per controllare le comunicazioni private del mondo intero.

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